KIEV. Era il 24 febbraio quando l'Ucraina si è svegliata per la prima volta con il suono delle sirene d'allarme, che avvisavano dei possibili bombardamenti. E le bombe sono arrivate davvero, all'alba. In quel momento è iniziata la guerra. La corsa disperata nei bunker sotterranei, le stazioni delle metro diventate rifugi, la fuga verso il confine. Oltre tre milioni e mezzo di rifugiati, migliaia di vittime, anche civili e, purtroppo, bambini. Palazzi e case distrutte, bombardate, famiglie che si separano perché gli uomini sono chiamati a combattere, non possono lasciare il Paese. E poi l'altra faccia della medaglia: gli aiuti umanitari, le missioni partite da tutto il mondo per dare cibo e conforto al popolo ucraino.
A un mese dal primo giorno di guerra in Ucraina però i bombardamenti non si fermano e ora si apre anche la spettro delle armi chimiche. "La Russia ha usato bombe al fosforo bianco a Hostomel e Irpin", denuncia il sindaco di Irpin Oleksandr Markushin, citato da The Kyiv Independent. E il presidente americano, prima di partire per Bruxelles per il Consiglio Ue, dice: "L'uso di armi chimiche da parte della Russia è una minaccia reale".
Intanto gli occupanti hanno distrutto un ponte sul fiume Desna, una rotta vitale tra Chernihiv e Kiev per portare aiuti umanitari.
Oggi e domani, a Bruxelles, i leader europei si riuniranno per approvare il quinto pacchetto di misure contro la Russia. Sul tavolo il tema del giorno sarà quello dello stop ai rifornimenti di gas e petrolio russi.