CAGLIARI. È il periodo delle manifestazioni che partono dal basso, non orchestrate da associazioni di categoria, partiti, associazioni riconosciute e sindacati. E per venerdì ne è prevista un'altra, in Sardegna. Punto di ritrovo: Villa Devoto, sede della presidenza della giunta regionale. "Ci volete schiavi, ci avrete ribelli" è il motto della protesta indetta per le 11 del 25 marzo, a Cagliari. Il tam tam su chat e social è continuo. Difficile prevedere il tasso di adesione.
Il testo del comunicato è il seguente: "Il comitato spontaneo composto da Donne e Uomini di Sardegna nasce dopo confronti e discussioni. Accomunati tra loro da principi e ideali, stanchi di subire soprusi e abusi organizzano una manifestazione per venerdì 25/03/2022 a Cagliari davanti a Villa Devoto, sede della presidenza del Consiglio Regionale. La scelta di scendere in piazza nasce dall’esigenza di portare la voce di tutte quelle persone che non si sentono rappresentate da colori e bandiere, perché la crisi economica e sociale che sta attraversando la nostra Isola non può essere intesa per categorie, la crisi è di tutti, indistintamente. L'invito è rivolto a tutti e tutte, ad ogni categoria che vuole essere rappresentata a 360 gradi e si senta libera di urlare la propria indignazione: allevatori, agricoltori, autotrasportatori, commercianti, imprese edili e turistiche, agroalimentare, sanità, terzo settore, pensionati, pubblico impiego. I rincari e di conseguenza il costo della vita è diventato insostenibile per le famiglie sarde e non. Non vogliamo colpevoli da crocefiggere però pretendiamo che chi ha responsabilità su decisioni politiche scellerate si assuma le colpe e abbia il coraggio di tornare a casa. Più siamo più potremmo farci sentire. Scendete in piazza con noi. Per un presente libero dagli abusi, per consegnare ai nostri figli un futuro migliore».
E che l'appello stia facendo persa è dimostrato anche dalla presa di posizione della sindaca di Fonni, Daniela Falconi, che ha scritto una lettera aperta alle istituzioni regionali.
Eccola.
Non sono solita utilizzare una lettera aperta per comunicare con voi ma la situazione che si sta venendo a creare mi induce non solo a scrivervi ma a manifestarvi tutta la mia più profonda preoccupazione.
Venerdì anche diversi miei compaesani saranno a Cagliari per manifestare tutto il loro disagio e la loro sofferenza per il periodo che ognuno di noi sta attraversando. Ci saranno rappresentanti delle partite IVA, agricoltori, pastori, commercianti, artigiani, imprenditori e semplici cittadini.
Molti altri non saranno in piazza ma stanno comunque pagando un prezzo davvero alto.
In questi giorni diverse imprese del mio paese hanno deciso di chiudere temporaneamente le proprie attività perché non riescono più a sostenere i costi di trasporti, materie prime, energia e quant’altro. Altre saranno costrette a farlo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.
Vi scrivo per parlarvi del mio paese ma potrei rappresentare, ne sono certa, tutte le centinaia di amministratori della Sardegna che in questi ultimi anni, e in queste ultime settimane soprattutto, sono alle prese con una crisi che sta investendo tutti i cittadini come non succedeva da decenni.
Ho l’orgoglio di amministrare un paese che da sempre si è distinto per l’intraprendenza dei suoi abitanti e per una “trazione privata” dell’economia che, non ho timore a dirlo, ha pochi eguali nell’isola. Un onore che, in questi ultimi mesi in particolare, vedendo la disperazione e la dignità negli occhi di chi ha sacrificato tutta la propria vita per realizzare un’impresa solida e duratura, ho il dovere morale di rappresentare in tutte le sue difficoltà.
A Fonni, da sempre, convivono in maniera dinamica realtà produttive diverse fatte di pastori e piccoli commercianti, imprese di produzione, artigiani, professionisti e imprese turistiche. Centinaia di lavoratori e lavoratrici che da sempre rendono il nostro paese un esempio di operosità e vitalità.
Gli ultimi due anni di pandemia, che già da soli hanno provato l’economia, non solo del nostro territorio ma della nostra intera isola, hanno raggiunto l’apice con le recenti evoluzioni della politica estera. L’aumento sconsiderato dei costi di energia e materie prime mette a serio rischio la tenuta prima economica e poi sociale di tutto il sistema.
Sono, da Sindaca, perfettamente consapevole che viviamo un periodo difficile e servirà la forza di tutte le istituzioni per trovare soluzioni efficaci che non facciano sfociare una crisi economica in una crisi sociale da cui sarà difficilissimo risollevarsi.
Mi troverete sempre dalla parte di chi pretende una reazione concreta da parte delle istituzioni di cui anch’io, per la mia piccola parte di responsabilità, faccio parte.
Non si chiedono interventi a pioggia o sussidi per una categoria piuttosto che un’altra. Ciò che chiedo oggi, a chi ha l’onere di decidere, è un’assunzione concreta di responsabilità, un risveglio di coscienza che porti ad interventi concreti e strutturali che vadano a incidere sui costi dell’energia, sui costi dei trasporti e sui costi del lavoro che uniti ad una crisi delle vendite e dei consumi sono diventati insostenibili.
Chiedo, insomma, che chi lavora sia messo nelle condizioni di farlo finché questa crisi non mollerà la presa.
Sono altresì perfettamente consapevole che il problema che sto rappresentando oggi per il mio paese riguarda ogni paese ed ogni cittadino dell’isola ma sono più che mai convinta che solo con una concreta chiamata alla responsabilità delle istituzioni e con un cambio deciso di priorità si possano intaccare e magari risolvere i problemi.
Per parte mia, sarò sempre vicina ai cittadini che chiedono di vedersi riconosciuti i propri diritti ma mi troverete, allo stesso modo, sempre a fianco delle istituzioni che vogliono costruire politiche nuove e veramente utili a cittadini e imprese; pronta a proporre, nel mio piccolo e se lo si riterrà utile, soluzioni ai problemi per le nostre comunità e certa che col dialogo e con uno sforzo comune tali soluzioni possano essere trovate.
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