CAGLIARI. "Grazie Corrado, mio collega e padrone". Parole contenute in un messaggio inviato da Valerio De Giorgi a Corrado Deiana. Il primo è consigliere regionale, ispettore della Guardia di Finanza eletto con la lista Fortza Paris. Il secondo è un imprenditore edile. Entrambi sono stati arrestati questa mattina nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Cagliari (pm Giangiacomo Pilia) per truffa e corruzione, assieme a Marco Pili, portaborse di De Giorgi.
Quel messaggio è riportato nell'ordinanza firmata dal Gip Giorgio Altieri, che ha portato tutti ai domiciliari. Tra gli indagati, per una vicenda legata a un maxi finanziamento destinato alla Pro Loco Città di Cagliari, c'è anche Rita Floris, sorella dell'ex moglie di De Giorgi, che aveva accettato il ruolo di presidente dell'associazione che avrebbe dovuto ricevere 650mila euro dalla Regione: fondi stanziati in una manovra legata all'emergenza Covid e poi bloccati a causa delle polemiche esplose quando la notizia era diventata di dominio pubblico (a breve pubblicheremo maggiori dettagli).
Il messaggio trascritto nelle carte del tribunale era nel telefono di De Giorgi, inviato dopo che Deiana gli aveva dimostrato il suo sostegno alle elezioni del 2019. Ma il rapporto tra i due, poi, non si era interrotto. Anzi. Quando c'era da discutere la legge sul nuovo Piano casa (che Deiana definisce "obbrobrio comunista"), è stato lo stesso imprenditore a scrivere un emendamento, che de Giorgi avrebbe dovuto far approvare in consiglio regionale, che avrebbe favorito una sua attività a Quatrucciu: aveva un progetto per realizzare un edificio di quattro piani ma il regolamento comunale ne prevedeva al massimo tre. L'emendamento avrebbe fatto superare il problema. E così è successo. A maggio del 2020 la modifica di Deiana viene fatta propria da De Giorgi.
E a marzo 2021 Francesca e Maria Carmine Murru, moglie e cognata di De Giorgi, stipulano con la Elcor Srl un preliminare di vendita per terreno e appalto per la realizzazione di 12 appartamenti: quattro di questi, più otto posti auto, sarebbero stati di proprietà delle venditrici. Con l'immissione sul mercato per prodotto finito le parenti di de Giorgi avrebbero avuto in mano, secondo i calcoli degli inquirenti, una controprestazione tripla rispetto al valore iniziale del terreno. Ed ecco la tangente, secondo la Procura.