PORTOVESME. "Senza misure compensative rischiamo di fermare tutti gli impianti e di mandare a casa i lavoratori". Lo dicono i sindacati di Filctem Cgil, Cisl e Uil, in una lettera di denuncia sui rincari sui costi dell’energia continuano a farsi sentire sul settore produttivo e sulle aziende energivore. È il caso della Portovesme srl che, oltre a fare i conti con i costi stellari dell’energia, deve fronteggiare una situazione in cui manca lo strumento della cosiddetta superinterrompibilità. Ossia quella compensazione, sollecitata anche recentemente da Sardegna e Sicilia, che consentirebbe di affrontare i costi elevati dell’energia. Un provvedimento cassato dal Senato e che ora potrebbe essere sostituito dall’Energy release con un tenore dì priorità per le isole.
Si tratta dei 25 TWh di rinnovabili in capo al GSE che dovrebbero essere messe a disposizione delle aziende energivore a prezzo calmierato di 50€/MWh
La richiesta è che ci sia una priorità per le isole. Questo fatto permetterebbe di colmare il gap di trattamento con la penisola che ha l’interconnector.
"Quando si parla di aumenti", denunciano i sindacati, "si parla di rincari di circa cinque volte dato che si passa da una spesa annua di 60 milioni di euro a una di 300-350 milioni. Per questo motivo chiediamo un intervento del Governo affinché si possa arrivare a una soluzione che permetta alle imprese sarde di colmare il gap energetico che hanno nei confronti di quelle che operano nella penisola. Allo stesso tempo chiediamo l’intervento e l’impegno di tutti i parlamentari sardi per far sì che possa essere trovata una soluzione a questo problema per evitare che l’ultima azienda produttiva della Sardegna sud occidentale mandi a casa i lavoratori fermando gli impianti completamente.
In ballo, oltre a un settore particolarmente importante per il paese c’è il futuro di 1.500 lavoratori tra diretti e indiretti, una vera catastrofe per questo territorio già pesantemente martoriato dalla crisi.