OZIERI. "Non siamo fisicamente in guerra , ma la nostra "guerra" dobbiamo farla quotidianamente, cercando di sfamare le centinaia di animali che hanno bisogno delle nostre cure". Nella biografia di Agnese Cabigliera si legge che è "la quarta generazione di una famiglia di pastori, artigiani del formaggio". E i suoi genitori le "hanno sempre insegnato a reagire alle situazioni e a ringraziare ogni giorno per ciò che abbiamo, anche nei periodi in cui tutto andava male". Ma adesso pare vada tutto male. Per questo la titolare dell'azienda di produzione e trasformazione del latte di Ozieri (Cabigliera&Zidda) decide di scrivere parole "che non avrei mai voluto scrivere".
I prezzi delle materie prime sono alle stelle, non piove davvero da dicembre, e il mangime non si trova. E lei, pastora che ha studiato all'estero per migliorare la sua azienda, ora si sfoga. E punta il dito contro decenni di politiche sbagliate nelle campagne della Sardegna.
Non avrei mai voluto scrivere questo post, perché ho dei genitori che mi hanno sempre insegnato a reagire alle situazioni e a ringraziare ogni giorno per ciò che abbiamo, anche nei periodi in cui tutto andava male. Questa educazione mi ha fatto scegliere il lavoro che faccio e mi ha insegnato che la vita è una strada, con salite e discese, e che i sacrifici fatti, ripagano sempre.
C'è da dire però, che la situazione che stiamo attraversando in questo periodo storico, non è semplice, e questa volta non c'entra il prezzo del latte, o i ritardi nei pagamenti europei, questa volta è la scarsità di cibo per i nostri animali. In un'annata siccitosa come poche, dove scarseggiano i pascoli naturali e gli erbai, la salvezza per noi aziende agricole, è l'acquisto di granelle sfuse, da ditte che reperiscono la materia prima, in Italia e nei paesi extraeuropei. Però da diversi mesi, a causa di politiche economiche internazionali e della guerra in Ucraina, tutto questo non è più possibile. Le ditte non forniranno più granelle alle aziende agricole, e noi ci vedremo costretti a ridimensionare le produzioni, se non vogliamo vedere i nostri animali morire di fame. Non siamo fisicamente in guerra , ma la nostra "guerra" dobbiamo farla quotidianamente, cercando di sfamare le centinaia di animali che hanno bisogno delle nostre cure .
Questo post è dedicato a tutte le politiche che negli ultimi trent'anni hanno disincentivato la coltivazione delle terre, perché la Sardegna doveva diventare l'isola felice dei turisti (ricordiamo che la politica non è stata in grado di potenziare neanche questo settore) che dovevano vedere il pastore, solo nelle manifestazioni folkloristiche.
Questo post è dedicato alle politiche fallite di ricambio generazionale. Non credete ai numeri pubblicati nei giornali, che dicono di un aumento di giovani in agricoltura, non è vero, il ricambio è solo sulla carta, per prendere finanziamenti a fondo perduto ( senza obbligo di rendicontazione) , che potrebbero essere spesi in altri modi.
Questo post è dedicato alle varie politiche di incentivazione alla coltivazione dei campi per la produzione di biomassa. Secondo quale logica, in una regione in cui scarseggia l'acqua, è giusto dedicare una quota per l'irrigazione di campi che produrranno energia? Dov'è la sostenibilità ambientale?
Questo post è dedicato a tutte le amministrazioni comunali che hanno svenduto i loro terreni migliori per l'impianto di pannelli fotovoltaici.
Ma questo post è dedicato soprattutto a tutti noi pastori, sempre considerati la peggior razza, sempre messi dietro la porta, perché non sappiamo parlare bene l'italiano (ma siamo fedeli alla nostra lingua, il sardo) , perché puzziamo, perché siamo grezzi, e perché nella migliore delle situazioni, facciamo pena alle persone, e quando protestiamo, accorrono tutte ad elemosinare una bottiglia di latte.
A tutti noi dico, che è il momento di stare uniti, rivedere l'organizzazione delle nostre aziende, e cercare di essere sempre di più autosufficienti per il fabbisogno dei nostri animali. Ridimensioniamo il numero di capi e rivediamo le produzioni, non sarà semplice, soffriremo un po', però questo periodo bruttissimo dovrà servirci da lezione.
Un'ultima cosa, non vergognatevi di insegnare ai vostri figli a gestire gli animali, a fare il formaggio e a mungere a mano, perché questi insegnamenti saranno i più preziosi che possiate mai dare, per evitare che le nostre campagne vengano abbandonate.
Agnese, pastora, figlia di pastori
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