AGGIORNAMENTO. LA VERSIONE DI SGARBI: "UNO SCHERZO A RAZZI"
ROMA. Erano i giorni delle schede bianche e delle fumate nere. Chi si immagina parlamentari affaccendati in riunioni segrete ad alto tasso politico, sbaglia.
Succedeva che i senatori sardi, nella settimana dell'elezione del presidente della Repubblica, da grandi elettori cercassero di "stemperare la tensione" con cene e bevute, in compagnia di Vittorio Sgarbi e Antonio Razzi, Il primo parlamentare, il secondo no.
E lo spirito di quelle serate viene enunciato dal parlamentare critico d'arte in un breve discorso: "Dobbiamo fare con calma, ogni tanto facciamo una terna di nomi, arriviamo fino al 14 febbraio", dice, in riferimento agli scrutini per il Capo dello Stato, "così sono sempre cene e pranzi tra amici".
In quella sala ci sono Emilio Floris, Lina Lunesu, Giuseppe Luigi Cucca (più defilati) e Carlo Doria. Ed è quest'ultimo, il leghista, che fa eco a Sgarbi: "Ma chi ca**o se ne frega", sottolinea, alzando il calice.
Insomma: a Roma si sta bene, quando c'è da eleggere un presidente della Repubblica. Razzi si vanta di aver mangiato il capretto, in una sala con broccati e quadri di pregio.
La serata prosegue. Chissà perché parte Dimonios, l'inno della Brigata Sassari. Razzi fa il saluto militare, Doria canta ma non conosce le parole (sembra), che invece sono più precise quando escono dalla bocca di una delle signore presenti.
Una serata romana. Che questa volta qualcuno ha pensato di rendere celebre in un video che ha intasato le chat di whatsapp della Sardegna.