Il Palace Games di via Bacaredda
CAGLIARI. Una serie di scatole cinesi, prestanome e società che cambiavano amministratore quasi a cadenza mensile, collegate a più di venticinque conti correnti bancari che muovevano fondi usati per acquistare auto di lusso e immobili, come il Bingo Palace e il Montecarlo Cafè di via Calamattia a Cagliari, o il Queen Palace in via Amat, tutti beni messi sotto sequestro preventivo. Questo è il quadro descritto dall’operazione “Police games”, condotta dalla divisione anticrimine della Questura di Cagliari, in collaborazione con la Squadra amministrativa e la Mobile. Due i personaggi chiave dell’indagine: gli imprenditori Fabio Serri, 55 anni e sua moglie Roberta Lecca, di 50, per i quali la Questura ha chiesto al Tribunale l’applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali. Nello specifico si parla di sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno e con il divieto di espatrio, mentre sul piano patrimoniale la richiesta è di sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni, nell’ambito della normativa antimafia.
Nella ricostruzione degli inquirenti, i due avrebbero gestito la holding con fondi frutto di sospetto riciclaggio, bancarotta ed evasione fiscale. I coniugi già in passato erano stati al centro di vicende simili: nel 2007 la coppia era stata condannata per bancarotta fraudolenta dopo il fallimento delle società di vendita “Inserfrutty” e “Fruttasi”, che operavano nel settore dell’ortofrutta. All’epoca si parlò di 10 miliardi delle vecchie lire spariti nel nulla, cifra che secondo gli investigatori Serri e la moglie avrebbero reinvestito nell’acquisto di quote di società – 9 a responsabilità limitata, tra cui la Sardinia Holidays, titolare del Bingo Palace e del Montecarlo Cafè e una per azioni – utilizzate per creare, stando a quanto dichiarato dagli inquirenti, una vera e propria "holding criminale".
Il Bingo Palace di via Calamattia
Da lì l’utilizzo di prestanome, a volte quasi inconsapevoli dei loro rischi, vere e proprie “teste di legno”: l’indagine è partita da una controversia apparentemente di poco conto con uno di loro, per una sospetta appropriazione indebita finita davanti al giudice di pace. “Da questa piccola questione abbiamo ricostruito tutto – spiega il vicequestore aggiunto Andrea Fanti, dirigente della divisione Anticrimine – fino a risalire ai due coniugi. Avevano un patrimonio spropositato rispetto a quanto dichiarato, soprattutto in base al tenore di vita tenuto”. Nel 2004 Serri e la moglie acquistarono, tramite prestanome, le quote della società Sardinia Holidays, che aveva una concessione per il bingo, legalmente ottenuta. “Tutte le attività erano legali, ma non lo era il patrimonio con cui venivano finanziate, che potremmo definire geneticamente illecito”, continua Fanti. Si parla di riciclaggio e autoriciclaggio, con vari espedienti tra cui l’intestazioni fittizie di vincite al bingo, per svariate migliaia di euro.
Il Montecarlo Cafè di via Calamattia
Al momento le attività commerciali sequestrate resteranno chiuse per qualche giorno, ma il centinaio di dipendenti (tra i vari Bingo Palace, Montecarlo Cafè, Bar Milano, Queen Palace e Palace Games), al termine delle attività di accertamento, potrà riprendere a lavorare. È stato nominato un amministratore giudiziario, che gestirà le varie attività fino alla conclusione delle indagini. Ora spetta alla difesa dei due imprenditori provare, con documenti contabili e non solo, che la ricostruzione fatta dall’Anticrimine non corrisponde a verità. Il 9 gennaio ci sarà la prima udienza davanti al Tribunale di Cagliari: quello di oggi potrebbe essere soltanto uno dei capitoli di una storia che si preannuncia tutt’altro che breve.
Il Queen Palace di via Amat