CAGLIARI. Cosa deve fare un sardo che risulta positivo all'antigenico, fatto in casa o in una struttura accreditata? Ci si aspetta una risposta certa, visto che di mezzo ci sono salute, lavoro e socialità. Invece il responso è: dipende.
La discriminante è il luogo di residenza: se sei nato a Sassari, o nel nord Sardegna in generale, non devi spettare di essere contattato e ti devi mettere in quarantena, che inizia subito. Se succede a Cagliari e provincia, invece, cambia. Si resta sempre a casa, ma se il test è stato fatto in autonomia bisogna contattare il proprio medico che a sua volta chiamerà la Asl per il tampone, che certificherà l'eventuale positività e farà scattare la quarantena. Se invece il tampone è stato eseguito in una struttura accreditata, come una farmacia, blocco in casa in attesa di essere contattati dalla Asl che prenoterà il tampone successivo ed invierà il provvedimento di isolamento.

Le regole a Sassari
Caos? Sì, è evidente. Ma sono le risposte ufficiali, diverse fra loro, che le aziende sanitarie del capo di sopra e di quello di sotto danno alle domande frequenti, da parte degli utenti, sempre più in confusione. A Sassari lo ammettono: il boom di contagi, scrivono, “origina difficoltà quotidiane a gestire e prendere in carico, nei tempi previsti, le numerosissime segnalazioni di casi sospetti o di casi confermati anche con il solo test rapido antigenico, nonostante l'impegno notevole del personale del Sisp e del Dipartimento di Prevenzione”.

Le regole a Cagliari
Per questo si dà il via a una sorta di autogestione, e diventa diagnostico anche il tampone antigenico fatto in cameretta. A Cagliari seguono la vecchia linea e impongono di aspettare l'intervento della struttura pubblica. Che ormai non arriva quasi più. Eppure basterebbe una circolare regionale, semplice e chiara, per spiegare a tutti, sassaresi e cagliaritani, cosa debbano fare se incappano nel virus.