CAGLIARI. Consigli di istituto contro le autorità sanitarie, in Sardegna. Sotto accusa c'è la proposta dell'Igiene pubblica del Sud Sardegna, articolazione dell'Ats che nei giorni scorsi aveva proposto di imporre la didattica a distanza a tutti gli studenti, almeno fino al 30 gennaio, a causa del veloce incremento dei contagi.
"Vogliamo pensare si tratti di proposte dettate da uno stato temporaneo di stress emotivo e da una mancata visione di politiche a lungo termine", attacca il coordinamento dei presidenti dei consigli di istituto della Sardegna. "L’ultimo tentativo di arginare la contagiosità della variante denominata “omicron”, propone la chiusura indiscriminata degli istituti scolastici di ogni ordine e grado nell’intero territorio meridionale dell’isola. Proposta ragionevole se, a questa, venisse integrato un provvedimento che realmente potesse circoscrivere la circolazione del virus, chiedendo a tutti – non solo e sempre alla scuola – quello sforzo necessario e collettivo utile a fronteggiare i numeri fortemente in crescita".
Nella nota si legge che "non crediamo che chiudere indistintamente centinaia di istituti scolastici, per bloccare a casa decine di migliaia di studentesse e di studenti, di alunne e di alunni (molti dei quali in tenera età e di conseguenza dipendenti dai genitori in tutto) sia una soluzione proponibile ed accettabile. Chiudendo le porte delle scuole, si aprirebbero immediatamente le finestre di altri luoghi in cui questa popolazione può, e in certi casi deve, essere accolta, o troverà i propri spazi per ritrovare la socialità negata".
Per il coordinamento "ancora una volta assistiamo ad un tentativo che tende a sacrificare la scuola, condizionando fortemente la didattica e il benessere psicologico e fisico delle studentesse e degli studenti, piuttosto che prospettare una proposta reale che possa essere risolutiva, sia sotto il profilo sociale che sanitario". E arriva la controproposta: "il governo centrale ha stanziato 9 milioni di euro per il controllo e l’individuazione del virus e della sua variante “omicron”, assicurando il supporto del Ministero della Difesa per lo svolgimento di tale attività attraverso i laboratori militari della rete di diagnostica molecolare distribuiti sul territorio nazionale, per incrementare le capacità diagnostiche e garantire il corretto espletamento delle attività. Il Coordinamento chiede di utilizzare questo strumento per effettuare uno screening di massa di tutto il comparto scuola. Anziché proporre una chiusura totale - che riteniamo ingiusta, inutile e dannosa - il Coordinamento propone di procrastinare il rientro a scuola dal 7 al 10 gennaio iniziando dai territori maggiormente esposti per proseguire il tracciamento su tutto il territorio regionale, utilizzando questi giorni per testare tutta la popolazione scolastica, con il supporto del Corpo di Sanità Militare".
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