CAGLIARI. La Procura della Repubblica di Cagliari ha chiuso l'inchiesta sul presunto acquisto irregolare di greggio da parte della Saras di Sarroch. L'avviso di conclusione indagini è stato notificato ai vertici della società lo scorso 24 dicembre, il giorno della vigilia di Natale.
A darne notizia, con uno scarno comunicato, è la stessa Spa della famiglia Moratti: si legge che la società fa sapere di "avere ricevuto la notifica della conclusione di indagini relative a un procedimento riguardante presunte irregolarità nell’ambito dell'acquisto di grezzo dall’Iraq nel 2016. Nel ribadire la piena estraneità della società e dei dirigenti coinvolti a qualunque condotta illecita", conclude la nota pubblicata sul sito della Sarlux, "Saras confida nell’operato dell’autorità giudiziaria per poter fare rapidamente piena luce sulla vicenda".
È la stessa Saras, quindi, a far sapere che alcuni sui dirigenti sono indagati. L'accusa è quella di riciclaggio: secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza la raffineria di Sarroch cinque anni fa si sarebbe fatta recapitare tonnellate di petrolio provenienti dal Kurdsitan iracheno, che allora era sotto il controllo dell'Isis. Un'operazione, le cui bolle non sarebbero state regolari, su cui la Procura ha fatto luce, e che avrebbe permesso un risparmio di 130 milioni di euro rispetto a un acquisto sul prezzo di mercato. L'indagine era partita da Brescia e per poi essere trasferita ai pm di Cagliari. Il 24 il "brutto regalo" per i vertici coinvolti. Il percorso sembra tracciato verso una richiesta di rinvio a giudizio per i dirigenti della più importante raffineria del Mediterraneo.