CAGLIARI. Sale ancora, ed è il terzo peggiore d’Italia, l’indice Rt della Sardegna. Era a 1,27 la settimana scorsa, si attesta a 1,43 oggi. Il tasso di replicabilità del virus nell’isola, quindi, secondo l’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità, è peggiore - non di molto - solo in due territori che stano facendo i conti con il dilagare dei contagi e stanno correndo verso la zona gialla. E sono il Friuli Venezia Giulia e la provincia autonoma di Trento e Bolzano: qui l’Rt è a 1,45, appena lo 0,2 in più rispetto alla Sardegna.
Quindi la stima degli esperti dell’Istituto superiore di sanità, che calcolano il parametro sulla base di casi sintomatici rilevati, è che la circolazione virale in Sardegna sia destinata a crescere più velocemente che in altre regioni.
C’è da sottolineare che l’Rt durante i periodi di lockdown e chiusure era uno degli indicatori usati per decidere eventuali restrizioni. Ora non è preso in considerazione nemmeno lontanamente. Ma se ha resistito nelle tabelle scientifiche ha il suo peso per cercare di capire come si evolverà l’epidemia.
A valere, adesso, oltre all’incidenza, sono i numeri che arrivano dagli ospedali. Per il primo parametro, la Sardegna continua a salire: con i 140 casi di oggi ha raggiunto quota 43,5. Le terapie intensive sono lontanissime dalla soglia di saturazione del 10%: ci sono, come ieri, 10 pazienti. E oggi non si sono registrati ingressi. Il muro dei vaccini regge, per ora. Basti pensare che a Sassari oggi ci sono in tutto 13 pazienti ricoverati. Nello stesso giorno del 2020 erano 250. Solo sei sono in terapia intensiva: il 70 per cento non è vaccinato. I vaccinati? Pluripatologici, entrati in ospedale per altro. Ma col Covid in forma lieve.