CAGLIARI. Rincari delle materie prime come farine, zucchero e uova, , stangata costo dell'energia e aumento del prezzo dei carburanti. Un mix esplosivo che rischia di frenare le imprese de settore alimentazione della Sardegna. L'allarme arriva da Confartigianato, che dà voce a panificatori, pasticceri e gelatieri.
Un settore quello della food economy della Sardegna che, in particolare sotto le festività di Natale, nell’Isola muove circa 378 milioni di euro di consumi, secondo gli ultimi i dati dell’Ufficio studi di Confartigianato.
“Se il Governo non interviene a calmierare almeno i costi dell’energia e dei carburanti, il settore rischia una batosta non indifferente - commenta Daniele Serra, segretario regionale di Confartigianato - perché da un lato c’è il rischio di una frenata della ripresa post Covid, e dall’altro perché costringe i rivenditori a ritoccare i prezzi verso l’alto, col conseguente malcontento dei clienti”.
Un settore, quello dell’agroalimentare sardo, rappresentato in regione da 3.523 imprese artigiane che danno lavoro a ben 10mila addetti, con una importante offerta enogastronomica di 8 prodotti DOP, IGP e STG, ben 214 prodotti “tradizionali”, e una capacità export che sfiora i 100 milioni di euro all’anno.
“Su latte, burro, zucchero, farina, uova, nocciole, mandorle e tutto ciò che serve per fare pane, dolci e gelati, stiamo registrando incrementi che variano tra il 5 e il 20% che non si registravano dal 2011 - afferma Marco Rau, delegato regionale per l’alimentazione di Confartigianato - tutto ciò sta innescando una pericolosa reazione a catena, perché le difficoltà di approvvigionamento e i maggiori costi affrontati dai produttori, poi ricadono anche su chi deve vendere al pubblico determinati generi alimentari e, di conseguenza, sul prodotto finito e sui consumatori".
All’orizzonte, purtroppo, si profila un “caro panettone””. “Per tutto il periodo delle varie chiusure, nei limiti del possibile, abbiamo provato a lavorare praticamente rimettendoci – spiega Rau - adesso che finalmente si vedeva la luce, ripartendo a pieno regime, ci troviamo a dovere affrontare questa situazione molto dura. I clienti sanno bene che da almeno 5-6 anni i nostri prezzi sono invariati e che ci siamo autotassati e abbiamo fatto sacrifici in questo periodo di pandemia per offrire i nostri prodotti con margini di guadagno risicatissimi. Non si può andare avanti con questa situazione di continua penalizzazione del settore”.