CAGLIARI. "Alla fine la consegna l'ho fatta. Ho terminato il mio lavoro. E questo è importante". Alessandro Ghiani ha 51 anni, è sposato e ha due figli. Vive a Serdiana: "Ma ho un appoggio a Cagliari, a Pirri. Perché quando finisco di lavorare, la notte tardi, non c'è un treno". Basta parlarci per pochi minuti, al telefono, per capire che è un "onesto lavoratore". Uno che si fa il mazzo per campare. È lui il rider portapizze che martedì sera in piazza Yenne, a Cagliari, è stato aggredito durante i "festeggiamenti" per la vittoria dell'Italia contro la Spagna: è stato spintonato, gli hanno dato colpi sul casco, è finito a terra. E qualcuno ha preso a calci il suo scooter.
Il video di quella scena ha fatto il giro d'Italia. Lui avrebbe fatto volentieri a meno della celebrità. Ma con una gentilezza quasi spiazzante racconta: "Lavoro in una pizzeria di via Mameli. Era circa l'una, dovevo effettuare una consegna in viale Marconi. Niente pizze, ma cinque birre. Il Largo era la strada più veloce. Ho superato il pullman, quello che hanno assaltato. E mi sono trovato davanti un'arena come quella dei gladiatori. Hanno colpito lo scooter, mi hanno dato schiaffi sul casco. E secondo me si sono fatti male loro", dice con una risata, "poi sono caduto. Hanno continuato".
E a questo punto ecco che nella bolgia dell'idiozia c'è una luce di umanità: "Un ragazzo e una ragazza, che credo abbiano un locale in piazza Yenne, mi hanno aiutato. Hanno visto che mi era stato aperto il bauletto portapizze e pensavano me le avessero rubate: "Se te le hanno prese vieni da noi che ti risarciamo". Questo per dire che c'è anche brava gente, in giro", sottolinea Ghiani.
Ma lui pizze non ne aveva: "Avevo solo le birre nello zainetto. Sono andato via subito, per evitare che se le prendessero. C'era molto alcol in giro". Ha avuto solo un attimo di esitazione: "Si vede anche nel video. Prima di partire mi sono guardato intorno, per vedere se ci fossero polizia o carabinieri. Non ho visto nessuno".
Per questo ha dato gas: "Dovevo fare la consegna", dice candidamente. E invece, a proposito di cose da dire, quali sarebbero le parole che rivolgerebbe ai responsabili? "Non c'è molto da dire", risponde, "erano sotto l'effetto di alcol. Non dico che giustifichi. Ma quando è così si fanno cose senza senso". E ribadisce: "Però li ci dovevano essere polizia e carabinieri".
Parole di un cinquantunenne che fa il portapizze da tre anni. Che all'una era al lavoro ed è finito "vittima" di un gruppo di scemi. Ma non era tardi? "Sono pagato a consegna, è il mio lavoro. E il lavoro è la medicina contro tutti i mali. Alla fine le birre le ho consegnate. E chi vuole pizze, venga da noi, in via Mameli 66". Se lì tutti sono come Alessandro Ghiani, il servizio deve essere eccellente.
- Enrico Fresu
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