CAGLIARI. Mare cristallino, i pesci sguazzano, e dopo una mareggiata i sub potrebbero fare anche alcune scoperte archeologiche. È successo a Massimiliano Cocco, 46 anni di Cagliari. Era lo scorso 27 marzo quando, come quasi ogni weekend, il sub stava effettuando delle immersioni nelle acque di Nora con un amico, a caccia di qualche preda con il suo fucile.
All’improvviso si è imbattuto in una scoperta sicuramente insolita. Al largo dell’area archeologica, sul fondale. erano adagiate due anfore in terracotta. Cocco ha capito subito di avere a che fare con qualcosa di molto importante. E una volta uscito dall'acqua ha subito avvisato i carabinieri e la guardia costiera. Questo prevede la legge e lui lne ha seguito i dettami. In un secondo momento è stato anche contattato dal centro archeologico di Cagliari: si sarebbero occupati loro del recupero, così gli hanno fatto sapere.
Da quel giorno sono passati oltre tre mesi. E solo ieri i carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale, hanno reso nota la scoperta. Le anfore risalgono al primo secolo dopo Cristo e hanno un alto interesse storico e scientifico: una delle ultime testimonianze prima dell'eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo dei traffici commerciali tra l'area di Pompei e la Sardegna. La notizia ha fatto presto il giro anche del web, ed è arrivata anche alle orecchie di chi, quella scoperta, l’ha fatta in prima persona.
“Bello prendersi il merito con le scoperte degli altri”, ha scritto Massimiliano Cocco amareggiato sul suo profilo Facebook nel quale aveva postato anche le immagini del ritrovamento, “peccato che il ritrovamento l’abbia fatto io mesi fa e vi ho fatto la segnalazione”. Anche perché il sub, così gli era stato riferito, avrebbe dovuto anche partecipare al recupero, ma gli inviti non sono arrivati.