CAGLIARI. Mancano i medici di base in diversi Comuni della Sardegna, in particolare nel Nuorese. Per questo stamattina i sindaci dei centri interessati hanno organizzato un sit-in di fronte al Consiglio regionale a Cagliari. Una delegazione dei primi cittadini del Nuorese è stata ricevuta in mattinata dai capigruppo del Consiglio regionale, in una riunione presieduta dal vice presidente Giovanni Antonio Satta. Sono intervenuti i rappresentanti dei Comuni di Orani, Oliena, Oniferi, Dorgali, Talana, Gavoi, Esterzili ed Olzai ed il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana e hanno sottolineato la loro preoccupazione per la mancanza di un servizio essenziale che, nella quotidianità, oltre a creare gravi disagi alla popolazione alimenta dinamiche negative e rischia di delegittimare i sindaci come primo riferimento istituzionale delle comunità.
“Questa è una manifestazione che non riguarda solo il nuorese, ma tutte le sedi vacanti dei medici di base, che nell’isola purtroppo hanno numeri importanti", ha detto Emiliano Deiana, presidente di Anci Sardegna. "Sono molti i Comuni e i cittadini che non hanno un riferimento sanitario sul territorio. Il covid ci ha insegnato che senza una sanità territoriale ridisegnata, non si va da nessuna parte. Quindi, oltre alla protesta per la situazione contingente, c’è la proposta di ricostruire insieme un senso unitario della sanità territoriale, a partire dalle case della salute e dai medici di base”.
Di qui la sollecitazione alla Regione perché individui soluzioni urgenti (anche temporanee) in tempi brevi, assicurando nei territori un reale servizio sanitario di prossimità e coinvolgendo maggiormente i sindaci sulle tematiche del diritto alla salute.
L’assessore della Sanità Mario Nieddu, prendendo la parola in risposta agli amministratori locali, ha ricordato che la copertura territoriale del servizio di medicina di base è da tempo largamente incompleta per la mancata assegnazione delle sedi fin dalle annualità 2014-2017. "Nonostante le difficoltà legate alla pandemia", ha proseguito Nieddu, "a fine febbraio è stato pubblicato un bando relativo al 2018, grazie al quale è stato possibile coprire circa un terzo delle sedi vacanti (172 in tutta la Sardegna), rendendo necessario un nuovo bando che dovrebbe concludersi in tempi brevi".
"In prospettiva", ha concluso l’assessore, "si sta lavorando ad altre due soluzioni". La prima, proposta dallo stesso Nieddu in Conferenza della Regioni ed accolta da un largo consenso, riguarda l’attivazione di “punti” di guardia media attivi dalle 8 alle 20.00 nei Comuni privi di medico di base, mentre la seconda prevede la possibilità di impiegare sul territorio medici provenienti dalle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), in questa fase “alleggeriti” dagli impegni della pandemia. In quest’ultimo caso, ha chiarito l’assessore della Sanità, sarà però necessario modificare la legge istitutiva della Usca.
I consiglieri regionali del gruppo Psd’az Franco Mula e Elena Fancello, durante l'incontro, si sono detti pronti a procedere con interventi immediati: “La nostra attenzione è sempre stata massima, condividiamo l’impegno dell’assessore Nieddu a mettere a bando le sedi carenti non ancora assegnate e ribadiamo che deve essere fatto al più presto”, hanno detto nel corso della riunione. “Il confronto continuo con i sindaci sarà fondamentale per monitorare l’efficacia delle misure che saranno messe in campo – hanno aggiunto – e per programmare nuove soluzioni adatte alle esigenze dei territori”.
Sul tema della carenza dei medici, il Psd’az ha depositato lo scorso 22 giugno una mozione con cui impegna la Giunta a mettere in campo un pacchetto di interventi mirati ad aumentare borse di studio, i posti nelle scuole di specializzazione e a intervenire in sede ministeriale per ampliare le possibilità di accesso alle specializzazioni.
- Redazione
- News