CAGLIARI. Quasi tutti romani, tutti infettati dal virus: erano arrivati in Sardegna da località dove il tasso di contagio era oltre i livelli di guardia - Ibiza, Croazia, Mykonos - e hanno circolato per locali e feste senza adottare alcuna precauzione. Sono una una ventina i giovani turisti indagati dalla Procura di Tempio per la mancata osservanza delle misure di prevenzione: non sono accusati di epidemia colposa ma, secondo gli inquirenti - stando a quanto riportato da L'Unione Sarda in edicola oggi - con i loro comportamenti hanno contribuito a far riesplodere l'epidemia nell'Isola nel famigerato agosto 2020.
Già allora, quando iniziava a circolare la versione della Sardegna untrice, l'Ats aveva provveduto a tracciare il percorso del virus. I documenti sanitari sono finiti in mano ai carabinieri, che hanno collegato i comportamenti dei giovani ai principali focolai del nord Sardegna, come una grande festa a Porto Rotondo.
A questo filone di aggiunge quello che vede indagati i titolari di Billionaire, Phi beach e Country club che, per la Procura, non hanno adottato alcuna protezione causando il contagio tra i dipendenti.
Il resto è storia nota: il virus è ripartito in un'Isola che era covid-free.