CAGLIARI. Pochi tamponi molecolari, troppi pochi in Sardegna per tenere la situazione sotto controllo. E il rischio è alto: possono spuntare nuovi focolai che determinerebbero un nuovo aumento di casi e un declassamento della Regione in fascia gialla. Oggi se ne fanno solo un migliaio, eppure le scorte ci sono. “L’Isola ha una dotazione di circa 8500”, dice Ferdinando Coghe, direttore del Laboratorio Analisi del Policlinico Duilio Casula, “ne servirebbero almeno 4mila al giorno”. Allora quale è il problema?
“C’è stata una forte attenzione verso la vaccinazione, e questo ha distratto tutti, un altro aspetto potrebbe essere legato al fatto che facendo gli antigenici si è maturata l’idea che ci fosse una quantità di positivi inferiore rispetto a quelli reali e quindi si è evitato di fare i molecolari”. Ma ormai è risaputo, gli antigenici non hanno la stessa efficacia di quelli molecolari. “Hanno una capacità di rilevare i positivi nettamente inferiore rispetto a quella posseduta dai test molecolari ed è chiaro che quindi il molecolare mette più al sicuro e da linea guida c’è l’indicazione di fare i molecolari”. Manca quindi il personale? Il direttore del laboratorio analisi dice che “è una domanda che si dovrebbe fare all’Ats, non conosco la loro organizzazione, prima si facevano, ora non più”. E quindi il rischio, come detto, è alto: più positivi rispetto a quelli reali e declassamento della Regione in fascia gialla.
- Monica Magro
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