CAGLIARI. La retribuzione di un cameriere? Capita che arrivi a 3,5 euro l'ora: dovrebbe ricevere almeno il doppio. Succede spesso in Sardegna. Secondo i dati forniti dalla UilTucs almeno il 30 per cento delle aziende non rispetta i patti contrattuali, o richiede troppe ore di lavoro per un salario troppo basso.
E il tema è caldo, molto caldo in Sardegna. Da una parte ci sono i titolari delle aziende, soprattutto del settore turistico, che lamentano una carenza di personale: offrono lavoro ma non trovano dipendenti perché, è la tesi che si starebbe consolidando, c'è chi preferisce incassare il reddito di cittadinanza senza fare nulla.
Dall’altra c’è chi denuncia una condizione che certamente non rispetta i patti contrattuali. “Apriamo almeno 500 vertenze all’anno e 350 riguardano il settore del turismo”, spiega Cristiano Ardau, segretario regionale della UilTucs, “un esempio tipico è la figura del cameriere: la retribuzione spesso ammonta a 3,50 euro all’ora anziché il doppio”. E il problema riguarda, sempre secondo Ardau, almeno il 30 per cento delle aziende in Sardegna. “I dipendenti arrivano da noi e denunciano patti non rispettati o condizioni di lavoro che non rientrano nel contratto collettivo nazionale”.