CAGLIARI. Dopo il no degli albergatori, arriva la replica del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu sulla tassa di soggiorno, a margine dell'incontro con i rappresentanti del settore turistico. "È una tassa di scopo - precisa Truzzu - che sarà in vigore dal primo luglio, come già stabilito dal voto del Consiglio comunale di Cagliari. I fondi sono già stati inseriti nella missione turismo e verranno reinvestiti proprio sulla promozione della città e sui servizi per i visitatori". “Spiace - prosegue il sindaco - che alcuni rappresentanti di categoria si siano alzati dal tavolo evitando un confronto che avrebbe fatto bene a tutto il comparto. Con le associazioni presenti abbiamo discusso senza alcun pregiudizio delle modalità con le quali applicare nella maniera più semplice possibile la tassa di soggiorno".
"L’incontro è stato fatto in favore degli associati", dice Truzzu, "qualcuno ha preferito andarsene senza ascoltare niente. E infatti le dichiarazioni di Federalberghi e Confindustria non sono vere per il semplice motivo che i rappresentanti delle due categorie non erano presenti all’incontro. Tra l’altro - conclude il sindaco - parliamo di una tassa presente in tantissime città sarde e italiane. Tassa, ribadisco il concetto, utile se vogliamo valorizzare la città. Al massimo, 2 euro al giorno, invito a rileggere i documenti".
Ma l’iter seguito per arrivare alla decisione di applicare l’imposta in città, non è piaciuto a Federalberghi Sud Sardegna e Confindustria Turismo che questa mattina hanno deciso di abbandonare il tavolo convocato dal sindaco Paolo Truzzu. “Non c’è stato un confronto precedente con l’amministrazione”, dice Davide Collu, rappresentante di Confindustria Turismo, “ma non solo, contestiamo anche le cifre che verranno applicate ad esempio per un hotel quattro stelle, quattro euro al giorno è davvero una cifra eccessiva”. Inoltre, sempre secondo i rappresentanti di categoria, la tassa arriva in un momento in cui gli operatori del settore iniziano a programmare il loro lavoro dopo 16 lunghi mesi di stallo dovuto alla pandemia.