"Accade sempre così: se un’idea e delle persone non sono classificabili nelle categorie ordinarie, il modo per ridimensionarle è una sana inchiesta giudiziaria". Paolo Maninchedda torna ancora una volta sul tema della giustizia a orologeria. E lo fa affidando il suo amaro sfogo al blog "Sardegna e Libertà". A dar spunto alle sue considerazioni sul "comportamento di taluni magistrati" l'apertura di questa mattina del quotidiano Avvenire, che sulla foto del presidente catalano in esilio Carles Puigdemont titola: "Wanted".
Per quale motivo il presidente del Partito dei Sardi dovrebbe subire la stessa sorte dei ministri della Generalitat di Catalogna? Perché da ormai tempo Maninchedda sostiene la nascita di una Sardegna indipendente dall'Italia, con tanto di bozza di Costituzione redatta a quattro mani con il segretario del PdS, Franciscu Sedda. Per impedire questo processo, sostiene il leader del Partito dei Sardi con un tono rassegnato, qualche pm proverà sicuramente a imbastire accuse nei suoi confronti nella consapevolezza di restare impunito.
Data non la magistratura italiana, ma dati i comportamenti di taluni magistrati, penso che prima o poi possa capitare a me e a tutti noi.@KRLS #catalogna #indipendenza #giustizia https://t.co/OaUShOm9Cg
— Paolo Maninchedda (@PManinchedda) 4 novembre 2017
Così come successo a Luther King, screditato con l'accusa di aver preso parte a orge (di recente Maninchedda si era paragonato anche a Gandhi), ma soprattutto in due casi partiti dalla stessa procura sarda: in un caso "dopo poco meno di una settimana, in un altro dopo mesi e mesi di arresti, sia stata dichiarata infondata durante il dibattimento per il rinvio a giudizio dallo stesso pm, che con quella presunta prova aveva chiesto e ottenuto l’arresto". Davanti a questi "costumi disinvolti" è normale aspettarsi di venire un giorno indagati "per attentato alla Costituzione". "Senza mancare di dire, però - conclude sarcasticamente Maninchedda - che sicuramente abbiamo partecipato a delle orge e non ce ne siamo accorti".