CAGLIARI. Dopo due mesi di dibattito ad alta tensione il consiglio regionale ha approvato la legge 107 che riforma gli staff della Regione. Una norma poltronificio che costerà oltre 6 milioni di euro alle casse pubbliche, secondo l'opposizione che in aula ha portato avanti una lunga e logorante battaglia ostruzionistica. Una legge che snellirà le procedure burocratiche e consentirà di avere una Regione più veloce nel dare risposte ai cittadini, è la tesi della maggioranza, che costerà appena 3 milioni ai sardi.
Il sì dell'aula è arrivato con 33 sì, 20 no e un'astensione: numeri ovvi, visto lo strapotere del centrodestra nel consiglio via Roma.
La legge consente l'azzeramento degli attuali staff di gabinetto degli assessori (consulenti compresi) i cui incarichi possono essere revocati. Tutti, tranne coloro che arrivano dalla magistratura ordinaria e contabile. Le nuove nomine portano da tre a sei i posti pe rogni assessorato. Si riparte da zero anche con l'ufficio stampa: dall'entrata in vigore della legge decadranno tutti i contratti in essere e la comunicazione potrà essere gestita da un capo ufficio stampa, da massimo otto giornalisti iscritti all'ordine e da quattro comunicatori che non fanno parte dell'albo. Via anche i direttori generali. Una manovra che riguarda un centinaio di persone.
Vengono inoltre introdotte le figure del segretario generale, di 3 capi dipartimento, di 6 “esperti dell’ufficio staff, di 5 esperti per il Comitato per la legislazione, di tre addetti al Gabinetto della presidenza e di due addetti al cerimoniale. Previsto anche l'invio, nelle sedi di Roma e Bruxelles, di rappresentanti della Regione,
Una legge duramente criticata dalle opposizioni, Progressisti e M5s in testa, che prevedono una impugnazione da parte del governo e eventuali rilievi della Corte die Conti perché, si è sostenuto in numerosi interventi, non è definita l'obbligatoria copertura finanziaria della norma. A difendere la legge sono intervenuti, tra gli altri, i capigruppo di Psd'Az, Franco Mula, e Lega, Dario Giagoni: “Vorrei ricordare a tutti che il mio partito non ha mai fatto i fatti suoi. In quest’Aula siamo entrati poveri e onesti e poveri e onesti ne usciremo. Non abbiamo nessuno da sistemare e non stiamo dando una cambiale in bianco al presidente. Non ci saranno poltronifici, mettetevi l’anima in pace”.
Per la Lega Giagoni ha espresso “una sintesi generale contro gli attacchi ingiusti mossi contro di noi. Il presidente non avrà enormi poteri ma strumenti per le sue giuste funzioni, per rendere più efficiente la macchina regionale. Tra una diretta social e l’altra ricordatevi di dire chi ha adottato atteggiamenti puerili per rallentare e bloccare i lavori di quest’Aula. Siete il trionfo dell’ipocrisia, voi e il vostro staff a servizio del ministro degli Esteri. Guardatevi in casa, amici di Cinque stelle che tanto criticate”.
In serata è arrivato il commento del governatore Christian Solinas: “Una Regione più vicina ai cittadini e alle imprese, alle loro esigenze profondamente cambiate negli anni, anche per effetto della crisi in corso. Maggiore efficienza e trasparenza, meno sprechi e burocrazia. L’efficienza della macchina istituzionale", spiega Solinas, "è la chiave per la ripresa, non ci possono essere semplificazione e sburocratizzazione senza un intervento deciso sull’organizzazione della struttura amministrativa della Regione, spesso percepita come un apparato elefantiaco e non rispondente alle esigenze di una società e di un sistema economico che cambiano. Solo creando le condizioni affinché si inneschino nuovi modelli virtuosi riusciremo a garantire attenzione e dare risposte ai territori, alle Comunità che rappresentano, a tutti i sardi”, ha detto il Presidente rimarcando gli effetti della riforma sui modelli organizzativi e di servizio che riguardano le attività di coordinamento e attuazione degli interventi della Giunta regionale e di riorganizzazione della Presidenza della Regione. Apportando modifiche e integrazioni alla legge regionale 7 gennaio 1977, alla legge regionale 26 agosto 1988 e alla legge regionale 13 novembre 1998, vengono meglio ripartiti compiti e ruoli in maniera più equilibrata, con l’obiettivo di garantire maggiori servizi a tutti i sardi.
Secondo Solinas è "totalmente falsa la ricostruzione fatta da alcune forze di opposizione, che hanno parlato di una legge-poltronificio e di un accentramento di nomine in capo al Presidente della regione e al suo staff. Oltre a riportare una linea netta di demarcazione tra il potere politico delle istituzioni democraticamente elette e il potere burocratico che ha il compito di attuarne le direttive, diamo finalmente nuovo impulso a una macchina amministrativa e organizzativa arrugginita, certi di renderla snella, più efficiente e moderna. L’incisività e l’efficacia dell’agire, unitamente ai dispositivi di natura amministrativa e all’efficienza progettuale e programmatica dell’apparato pubblico, devono correre sullo stesso binario e avere come fine ultimo il bene comune. Con questo provvedimento incidiamo su un sistema ritenuto non più al passo coi tempi andando incontro alle sfide che questo difficile momento storico impone di cogliere”, ha aggiunto il Presidente. Non è più ammissibile – conclude - che il cittadino si scontri con una burocrazia impenetrabile che spesso ostacola, e talvolta vanifica, gli sforzi per accedere agli strumenti della pubblica amministrazione, senza avere la certezza di regole e diritti né attribuzione di responsabilità. Questa legge restituisce diritti, competenze e qualità che sono spesso mancate e hanno allontanato i cittadini dal sistema Regione, che esiste per essere al loro servizio”.
- Redazione
- News