TORTOLÌ. È ancora caldo il corpo di Mirko Farci, 19 anni, quando le agenzie battono la notizia: a Tortolì un pakistano di 29 anni è entrato a casa della sua ex compagna, Paola Piras, l'ha accoltellata e ha ucciso il figlio - uno dei tre - che era intervenuto per difenderla. Una terribile storia di violenza e malagiustizia. Perché l'assassino, in fuga, era già stato arrestato per maltrattamenti e gli era stato imposto il divieto di avvicinamento alla sua vittima. Non è bastato. E ha colpito, con ferocia.
"La solita bestia è un uomo maltrattante, che Paola aveva denunciato più e più volte, che era già stato arrestato per maltrattamenti e che non poteva avvicinarsi alla loro abitazione": questo il commento della consigliera comunale di Oristano, Patrizia Cadau, che tutti i giorni, ma proprio tutti, denuncia la violenza sulle donne e l'inefficacia del sistema che dovrebbe tutelarle. "È tutto così insopportabile, così doloroso, così prevedibile. Copioni già visti e ignorati da un sistema per cui queste cose non sono rilevanti", aggiunge la consigliera, "Come al solito siamo tutti responsabili, complici, pronti a chinarci di fronte al padre padrone, ad attribuire responsabilità alla vittima".
E purtroppo quest'ultima affermazione trova riscontro. Perché certi utenti della rete non si fermano davanti a niente. E a volte trasformano in discarica il luogo di scambio di opinioni: le pagine Facebook delle principali testate. Scrive una donna: "Non vorrei essere criticona. Ma una 50enne con un 29enne con un figlio di 19enne. Chi la fa l'aspetti, si dice in Abruzzo".
O ancora, un uomo: "Molte donne sarde sono affascinate dal brivido dell'esotico e dalle esperienze con uomini di altre nazionalità. È un po' un razzismo al contrario, ritengono infatti che gli uomini di colore siano più prestanti dei sardi e degli occidentali in generale, subendo, pur di stare con loro, ogni genere di violenza ed abuso, con il timore poi di una gogna mediatica nel momento in cui denunciano. Povero ragazzo, vittima inconsapevole di un mondo a colori. Ha dato la sua vita per proteggere sua madre, di certo meno coscienziosa di lui nelle scelte di vita".
Ancora un'altra donna: "Ma io dico già abbiamo i nostri connazionali che compiono i femminicidi, li andiamo a cercare con una mentalità ancora più arretrata tra gli stranieri?". Ma non è finita: "Quando si hanno figli si ha il dovere di scegliere un compagno adatto con cura, non si porta in famiglia il primo capitato".
Solo alcuni esempi. Drammatici.
Mentre la scuola di Tortolì che Mirko ha frequentato si veste lutto: Ianas ha deciso di pubblicare una grande scritta bianca su sfondo nero. "Ciao Mirko", si legge. E viene pubblicata una foto del ragazzo, sorridente. Morto per cercare di difendere sua madre.
- Redazione
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