CAGLIARI. Traffico di droga dal Sud America, via Olanda e Belgio, destinata al mercato cagliaritano. Ma anche acquisti di immobili, usati come lavanderie di denaro sporco e intestati a prestanome. La 'ndrangheta di San Luca faceva affari in Sardegna. E sull'Isola aveva una sua diramazione tutta locale, che agiva in nome e per conto dei boss calabresi. Sono emerse pericolose infiltrazioni criminali anche da questa parte del Tirreno dalla gigantesca inchiesta internazionale Platinum Dia, condotta dalla direzione investigativa antimafia di Torino, che ha assestato un duro colpo alla mafia calabrese.
Dall'alba di oggi centinaia di uomini, in collaborazione con le autorità tedesche, hanno effettuato trentatré arresti tra Italia, Germania, Spagna e Romania: è emerso uno spaccato della 'ndrangheta che fa affari in tutto il mondo. Anche in Sardegna. Sono stati perquisiti, oltre alle persone arrestate, in tutto ulteriori 65 indagati, nonché sottoposti a sequestro preventivo beni costituiti da compendi aziendali, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali, per un valore di diversi milioni di euro. Durante le indagini torinesi sono state registrate convergenze investigative con le Dda di Genova, Cagliari e Reggio Calabria.
I blitz nell'Isola sono scattati ad Alghero, Porto Torres, Oristano e Cagliari. La Sardegna è entrata nel filone del traffico degli stupefacenti. Stando a quanto emerso era diventata parte del territorio di conquista della famiglia Giorgi di San Luca. L’attività investigativa ha permesso di monitorare e ricostruire diverse trattative condotte dai Giorgi, per l’importazione di ingenti quantitativi di cocaina, con il latitante Giuseppe Romeo, detto “Maluferru” o “il nano” per l’approvvigionamento di cocaina dal Brasile, nonché con narcotrafficanti albanesi, rumeni e colombiani stanziali in Olanda e Belgio.
Approdata in Italia la droga veniva distribuita tra Piemonte, Sicilia, Lombardia e Sardegna: qui è stato individuato un ulteriore sodalizio dedito al narcotraffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, attivo nel Cagliaritano. Il luogotenente della famiglia nell'Isola era Luciano Vacca, ma il gruppo faceva capo a Stefano Sanna, cagliaritano. Coinvolti anche la madre di Sanna, Marinella Matta, la compagna Valentina Murgia, Roberto Schirru e Giorgia Fadda. In manette anche un affarista sardo, Vincenzo Smimmo: secondo gli inquirenti ha fatto da consulente per l'acquisto e l'intestazione fittizia di un bar caffetteria ad Alghero, che invece apparteneva realmente alla famiglia mafiosa.
Le indagini in Sardegna sono state eseguite di concerto con i Carabinieri del Comando Provinciale di Sassari, co-delegati dall’autorità giudiziaria torinese.