CAGLIARI. La premessa è d'obbligo: serve prudenza. Forse ora anche molto maggiore rispetto a prima. Ma la Sardegna è la regione italiana che sta meglio sul fronte dell'andamento dell'epidemia. Più in salute anche della Val d'Aosta, che oggi ha sfiorato l'ingresso nella zona bianca. Anzi, forse proprio l'esempio di quel territorio deve servire da monito. Stando ai dati: l'Isola per la seconda settimana di seguito fa registrare numeri da zona senza restrizioni. Se il trend dovesse essere confermato anche venerdì prossimo- prudenza, serve prudenza - cadrebbero quasi tutte le restrizioni imposte dalla colorazione delle regioni.
Lo certifica l'ultimo report dell'Istituto superiore di Sanità, il faro del ministero per l'emanazione delle ordinanze che governano le libertà degli italiani nell'attività di contrasto alla diffusione del coronavirus.
Il comma 11 dell'articolo 1 del Dpcm del 14 gennaio stabilisce che lo scenario di tipo 1 (zona bianca) si ha se per tre settimane un territorio conferma il rischio basso - determinato da una serie di parametri tra i quali spicca l'indice Rt - con un incidenza di casi inferiore a 50 su 100mila abitanti.
E la Sardegna viaggia su questa strada per la seconda settimana. Stando alle tabelle - che fanno riferimento ai giorni tra k'8 e il 14 febbraio - si registrano 38,72 casi ogni 100mila residenti. L'indice Rt è a o,77 (terz'ultimo più basso d'Italia). E non si registrano criticità né focolai.
Numeri da zona bianca, appunto.
Ma che significa "scenario di tipo 1" oltre alla decadenza delle restrizioni? Che i numeri sarebbero così bassi da permettere un tracciamento rigoroso dei contagi con un intervento immediato sulle eventuali ulteriori positività. E per rafforzare la posizione è necessaria una campagna vaccinale sempre più capillare. Ma al momento l'isola si ferma all'ultimo posto in classifica per inoculazioni.