ROMA. L'Antitrust ha avviato quattordici istruttorie su altrettanti caseifici in Lombardia, Emilia-Romagna, Sardegna e Puglia. Secondo il garante per la concorrenza sono state poste in essere "pratiche sleali in danno degli allevatori conferenti". Sotto accusa nell'Isola ci sono il Caseificio Mattana Francesco (Sinnai), il Caseificio Murtas Srl (Silius), la Nuova Sarda Industria Casearia Srl (San Nicolò Arcidano), il Caseificio Ernesto Frau e Figli Srl (Selargius), la Formaggi Aresu Srl (Donori) la F.lli Pinna Industria Casearia SpA (Thiesi) e Salvatore Picciau (Decimomannu).
I procedimenti, si legge in una nota, sono stati avviati tutti su segnalazione del ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari a seguito dei controlli eseguiti sul campo dai propri Uffici Territoriali, nel corso del 2019 e nel primo semestre del 2020.
Diverse le condotte contestate nelle comunicazioni di avvio delle istruttorie, che riguardano anche il Caseificio Ferretti Srl - Orzinuovi (BS), Caseari Dall'Aglio Snc di Dall'Aglio Olimpio & C. - Vernasca (PC), il Casificio Palazzo SpA - Putignano (BA), Capurso Azienda Casearia Srl - Gioia Del Colle (BA), D'Ambruoso Francesco Srl - Putignano (BA), Delizia SpA - Noci (BA) Caseificio Sette Colli Srl - Gioia Del Colle (BA).
In particolare: in 9 casi sono state contestate le modalità con le quali viene disciplinata la fornitura del latte fresco, ipotizzando violazioni quali la totale assenza di contratti scritti, la mancata indicazione di elementi essenziali quali il prezzo o la quantità del latte oggetto di conferimento, la durata dei contratti inferiore ad un anno, il ritardo nei pagamenti (che devono essere effettuati entro trenta giorni dall’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura); in 2 casi è stata contestata l’imposizione, da parte dei caseifici, in danno degli allevatori conferenti, di una riduzione unilaterale e retroattiva del prezzo del latte contrattualmente previsto per i mesi di marzo e/o aprile 2020, in relazione alla crisi determinatasi nel settore lattiero caseario per la pandemia da COVID 19; in 3 casi, infine, sono state contestate entrambe le tipologie di condotta.
Le pratiche si inquadrano in una situazione di significativo squilibrio di forza commerciale che connota la filiera di produzione e commercializzazione del latte crudo e che vede gli allevatori conferenti in una posizione di debolezza strutturale nei confronti della propria controparte contrattuale, rappresentata dai caseifici di trasformazione.