CAGLIARI. Manca meno di una settimana a Natale, e tanti avevano già deciso di trascorrere il pranzo del 25 in ristorante. I titolari dei locali avevano già raccolto tutte le prenotazioni, tanto da registrare il pienone. L'unica certezza a pochi giorni dalle feste, però, è che non si sa come andra a finire. Anche se nessuno nutre grandi speranze.
Non si sa se i ristoranti potranno aprire, e neanche se potranno lavorare con l’asporto. E i conti continuano a non tornare: abbassare le serrande anche per queste feste significherebbe perdere i soldi che sono già spesi per comprare la spesa necessaria per un giorno così importante come il Natale.
Danilo Argiolas, titolare del Libarium, dati alla mano spiega il valore di un eventuale lockdown dopo quello già passato, in una fase in cui sono ancora in vigore restrizioni che non permettono una piena operatività. “Il locale è al completo con le prenotazioni, non sappiamo neanche se sarà consentito l’asporto, senza contare che per occasioni come Natale e Capodanno, c’è un mese di lavoro dietro, la perdita si aggirerebbe intorno ai 70mila euro”.
Dello stesso parere il collega Alberto Melis, titolare dell’Antica Cagliari che su tre locali, ha ancora disponibili pochi posti per le feste. “Fino a qualche giorno fa era scontata l’apertura, oggi viviamo in una perenne incertezza. Fino all’anno scorso non avevamo mai aperto per Natale, è un momento di festa ed è giusto passarlo con le famiglie, ma la crisi ci ha obbligato ad alzare le serrande”. E il governo che richiuderà.
“Le persone continuano a chiamare per prenotare sia per il 25 e il 31”, dice Maria Carta, titolare del ristorante Is Femminas, “una chiusura costituirebbe una perdita economica rilevante, posti di lavoro che saltano e dipendenti che vanno in cassa integrazione”.
Sold out anche da Crackers, ristorante del Corso Vittorio Emanuele. Il titolare Roberto Cinus sfoglia le pagine dell’agenda, sono piene. “Il 25 è già tutto prenotato con gli acquisti già fatti, mi auguro che qualche cliente abbia voglia di farsi portare il menù a casa, ci toccherà esporre di nuovo questo cartello”, dice indicando una lavagna con su scritto “tanto non ci ammazzate neanche stavolta”.