CAGLIARI. "Quel documento del 6 agosto l'ho letto solo in queste ore dal vostro sito". Inizia così l'intervista del presidente Christian Solinas rilasciata a Repubblica, oggi in edicola sul quotidiano, in cui il governatore, dopo il caos sulle discoteche aperte, ribadisce di aver rispettato tutte le regole e di essere sicuro di "aver agito nell’esclusivo interesse del popolo sardo". La mail diffusa ieri dal quotidiano, precisa il governatore, "rientrava in una corrispondenza interna con l’assessorato regionale alla Sanità, ma era riferito a un’altra vicenda, a delle linee guida mai emanate in seguito".
L'ordinanza dell'11 agosto "teneva conto di due elementi fondamentali", precisa Solinas, "I dati sanitari e un ordine del giorno del Consiglio regionale". "Il tasso di contagio - continua il presidente - era prossimo allo zero. L’Rt l’11 agosto, giorno della mia ordinanza, era allo 0,33 e quello relativo alla circolazione del virus risultava il più basso d’Italia . Avevamo zero terapie intensive e sei ricoverati ordinari in attesa di negativizzarsi". Per Solinas quindi tutti i requisiti, in quel momento, giustificavano un provvedimento di quel tipo.
Sul secondo punto, invece, Solinas tira in ballo un intervento di Massimo Zedda, consigliere regionale dei Progressisti, "con cui si paventava il rischio di ordine pubblico, oltre che sanitario, per via delle tante feste private e fuori controllo, degli assembramenti in spiaggia e piazze che si sarebbero tenuti nel nostro territorio a ridosso di Ferragosto in caso di mancata riapertura dei locali". E dice: "Fu quello più di tutti a convincermi: mi persuasi che la situazione sarebbe stata così più controllabile, imponendo severe prescrizioni".
Pressioni da parte dei gestori dei locali? Solinas nega: "Nessuna telefonata o pressione. Ridicolo che venga montato questo circo per cinque giorni di riapertura delle discoteche", replica. E sull'inchiesta aperta dalla Procura: "È un atto dovuto, giusto approfondire".