CAGLIARI. Storie diverse, patologie diverse, qualcuno l’ha superata, altri lottano. Tutti uniti dal dolore, e dalla forza di combattere per salvare il Microcitemico dallo scorporo del Brotzu. Per qualcuno l’ospedale di via Jenner ha rappresentato la salvezza. Altri, quelli che ancora si devono affidare alle cure, sperano che diventi un punto di riferimento per le visite di routine. Parlano di un ambiente familiare, che si è creato negli anni. Oggi c’è un grande timore: la paura più grande è che i sacrifici fatti negli anni svaniscano nel nulla. Per loro la divisione del Brotzu e Microcitemico significa tornare a viaggiare. Non sono viaggi oltre Tirreno, ma tra i reparti dei vari nosocomi cagliaritani. Perché le specialità che servono per curare i più piccoli, ora si divideranno.
Lo scorporo è previsto dalla nuova riforma sanitaria, ma loro non ci stanno. Così, da un mese, ovvero da quando il Consiglio regionale ha approvato il nuovo sistema sanitario che prevede un ritorno alle vecchie Asl, i genitori dei piccoli pazienti contano assemblee, manifestazioni, e anche una raccolta firme con 7mila adesioni. Ancora una volta hanno voluto far sentire la loro voce e oggi si sono dati appuntamento sotto il Consiglio regionale.
“Oggi sto bene, conto di laurearmi presto”, racconta Alessandro Trudu che ha superato un tumore al cervelletto, “il timore è che gli altri non possano ricevere le cure che ho ricevuto io, per me il Microcitemico è una famiglia”.
Carol Tola ha il diabete, non cambia la situazione per lei se si scorpora il Brotzu dal Microcitemico, ma certamente cambierebbe per i bambini con il suo stesso problema. “Per loro sarebbe un macello”.
“Il mio bambino ha 4 anni e ha tromboastenia di Glazmann”, dice con preoccupazione Marco Dalu, “per noi significa essere dirottati da una parte all’altra, affrontando i viaggi della speranza”.
Duplice veste per Maria Agnese Cannas, è stata la prima presidente dell’Asgop, ma è anche la mamma di una bambina che nel 2006 ha superato un tumore alle ossa. “Hanno più volte cercato di disintegrare il Microcitemico, per questo abbiamo costituito un’associazione per difenderlo. Quello che hanno fatto con la nuova riforma sanitaria è indecente, almeno prima c’era un obiettivo, adesso niente”.