SEUI. Sarà l'autopsia disposta dal pm di Lanusei Gualtiero Battisti a fare luce sulle cause della morte di Carlo Lobina, 67 anni, morto a Seui nella notte tra sabato e domenica mentre cercava di raggiungere l'ambulanza che avrebbe dovuto trasportarlo all'ospedale Santissima Trinità di Cagliari. Era positivo al Covid, le sue condizioni di erano aggravate. Ma in ospedale non è mai arrivato: è stramazzato al suolo mentre, stando a numerose testimonianze, affrontava a piedi una ripida salita verso il mezzo di soccorso che lo attendeva a un centinaio di metri dall'abitazione nella quale stava con l'anziana madre.
Lobina era emigrato in Germania. Era tornato per qualche mese. Durante la sua permanenza in paese è stata scoperta la sua positività. Così era in isolamento. Quando si è sentito male ha chiamato i soccorsi. Erano circa le 22. Ma il mezzo, pare, lo avrebbe atteso lontano dalla porta di casa. "L'ho visto, aveva un trolley. Quando è arrivato in via Roma è caduto a terra, stremato. Poi è risuscito ad alzarsi", racconta un testimone, "si è poggiato a un'auto, è rimasto lì per alcuni minuti". E il suo cuore ha ceduto. In quel momento il poveretto sarebbe stato raggiunto dai soccorritori. Un dramma vissuto sotto gli occhi di alcuni compaesani, impotenti, perché sapevano di non potersi avvicinare.
Un racconto che è stato fatto anche all'avvocato della famiglia, Marcello Caddori, che ha presentato un esposto. L'inchiesta è aperta. Seui è un paese sconvolto. E in attesa che si faccia luce sugli ultimi minuti di vita di Carlo Lobina il sindaco Marcello Cannas non si sbilancia: "Sta procedendo chi deve procedere, io non posso aggiungere niente. C’è gente che sta facendo il suo lavoro e io non voglio commentare nulla. Posso solo dire che io non c’ero ma quando sono arrivato i medici stavano operando", dice il primo cittadino, "Confermo solo che ho visto i carabinieri operare sul posto ieri. Non mi hanno comunicato nulla":