CAGLIARI. È bastato un varco nella recinzione per restituire ai cagliaritani – a loro rischio – il Bastione prima della data ufficiale di riapertura, il 28 aprile, Sa die de sa Sardigna. La terrazza era chiusa dalla metà di marzo del 2015. Resa inaccessibile per consentire l'avvio del cantiere che doveva portare alla impermeabilizzazione e al rifacimento di tutta la pavimentazione. La durata dell'intervento – da circa tre milioni di euro – era stimata in un anno e mezzo al massimo. Invece i mesi hanno continuato a trascorrere, senza che uno degli spazi più belli di Cagliari tornasse fruibile. Nei giorni scorsi l'annuncio: il Bastione è pronto. Già si infittisce il calendario degli appuntamenti per celebrarne la riapertura. Il 28 aprile, appunto, dovrebbe esibirsi con la sua armonica Moses Concas, il vincitore dell'ultima edizione di Italia's Got Talent. Il primo maggio al caffè degli spiriti dj set dal pomeriggio fino alla notte per il Sant'Efis Party.
C'è chi, però, non ha aspettato l'ufficialità: oggi a passeggio sopra le mattonelle nuove c'erano decine di curiosi, entrati da un passaggio aperto sopra le scalette accanto al bar De Candia. Ad attirare la curiosità di molti è stato il parapetto in plexiglass piazzato lungo tutto il muretto perimetrale. Non bello da vedere.
La camminata di tanti si è allungata fino alla terrazza superiore: il bastione di Santa Caterina. Dove la musica cambia: c'è ancora lo scavo archeologico abbandonato. La campagna risale al 2009-2010, come spiegato sul sito della Soprintendenza. “L’area interessata dall’indagine”, si legge nella relazione sui lavori, “fin dal Medioevo era occupata da una cortina muraria e da due torri. Nel XVI secolo venne realizzato un bastione, detto Baluarte de la Ciudad, Terraple de la Fontana Bona, Baluarte del Trabuc e bastione di Santa Caterina. Dal XVI secolo i documenti attestano inoltre l’esistenza di una fontana, definita Fontana Bona e poi di Santa Caterina, per la presenza nel sito dal XVII secolo dell’omonima chiesa con monastero”.
Anche in passato quella struttura è stata abbandonata. Sembra un destino dal quale non riesce a liberarsi: gli scavi sono di nuovo abbandonati. Resiste una brutta tettoia di lamiera a coprirli. E una recinzione: un insulto al panorama e al paesaggio.