CAGLIARI. Misurazione della temperatura. Poi, nella sala successiva "innanzi a noi una scatola. Anonima e solitaria. Non c’è nessuno che ci dica a cosa serve. E si sa le scatole non parlano". A descrivere la filiera di quelli che dovrebbero essere i controlli all'arrivo all'aeroporto di Elmas è la parlamentare Pd Romina Mura, sbarcata alle 23,15 da Fiumicino. C'è l'autocertificazione da consegnare. E se esiste la possibilità di compilare i propri dati attraverso il sistema informatico regionale (QUI IL MODULO), come spiegato dal capo della Protezione civile Antonio Belloi (QUI LA NOTIZIA E L'INTERVISTA) desta perplessità quell'involucro di cartone nell'aera Arrivi del Mario Mameli. Gli aeroporti si sono adeguati alle direttive?

"Che si fa?"; si chiede la deputata, "Dovrò mettere qualcosa nella povera scatola o dovrò infilarci la mano e pescare una comunicazione, una direttiva di comportamento o magari un test rapido per verificare se sono positiva al Covid?". Poi le domande, legate alla privacy: "E se io ci mettessi una dichiarazione con i miei dati anagrafici, relativi al mio domicilio e addirittura quelli attinenti alla mia salute in che mani finirebbero? Da chi verrebbero letti e tutelati?".
La Mura sostiene che chiunque abbia messo quella scatole la debba togliere "perché è un pessimo biglietto da visita per la Sardegna e non può assolvere alla funzione di raccogliere le registrazioni. Molti passeggeri, dopo averla guardata, sono passati dritti. Doveva esserci un passaporto sanitario", conclude la deputata dem, "c'è una scatola".