ROMA. Fino al 12 giungo collegamenti con la Sardegna garantiti solo sulle rotte in continuità - quindi garantire da oneri di servizio pubblico, utilizzabili da residenti e no - per mare e per aria. Anzi no, verso porti e aeroporti dell'Isola da domani, 5 giugno, si parte come si vuole da dove si vuole. In nave o in aereo. In modo da "assicurare le migliori condizioni di trasporto funzionale ad un corretto distanziamento interpersonale, evitando concentrazioni eccessive di utenza". Insomma: troppi passeggeri in arrivo, meglio allargare l'offerta per evitare assembramenti a bordo.
Lo ha stabilito il ministro dei Trasporti Paola De Micheli, con un decreto improvviso che contraddice quello che lei stessa aveva firmato solo due giorni fa assieme al collega responsabile della Salute, Roberto Speranza (qui la notizia). Non che ci fosse grande bisogno, visto che le navi - nonostante il divieto - stavano partendo come se niente fosse anche da Livorno, che non è un porto collegato dalla continuità territoriale (come dimostrato dal video, qui la notizia).
Il vecchio decreto
In questo pasticcio è necessario fare un passo indietro per capire. Il 2 giugno, prima della riapertura della libera circolazione tra le regioni, De Micheli e Speranza firmano il decreto che regolamenta i trasporti verso la Sardegna: "In relazione anche alla particolare situazione dell'organizzazione sanitaria della stessa Regione" si era deciso che fino al 12 giugno "il trasporto marittimo di viaggiatori di linea da e verso la Sardegna è limitato ai servizi svolti in continuità territoriale". Mentre "il trasporto aereo di viaggiatori da e verso la Sardegna fino alla data del 12 giugno è assicurato dagli aeroporti di Alghero, Cagliari e di Olbia esclusivamente per garantire la continuità territoriale su voli oggetto di obblighi di servizio pubblico. Quindi su Roma e Milano".
Quindi: ingressi limitati attraverso porte certe, con il mare dato in esclusiva a Moby-Tirrenia e il cielo gestito da Alitalia. Almeno per dieci giorni.
Ma, come dimostrato nel video registrato questa sera in banchina a Livorno, sono partite anche navi di altre compagnie. Come la Grimaldi verso Olbia. Quindi il decreto, nel cui solco si era inserito anche il presidente della Regione Christian Solinas con ordinanza (qui la notizia), è stato "accantonato".
Tanto che oggi, 4 giugno, a tarda sera arriva un altro decreto che sconfessa il primo. "A decorrere dal 5 giugno 2020", stabilisce il nuovo provvedimento, "sono assicurati i servizi di collegamento marittimo da e per la Sardegna, nonché i servizi di trasporto aereo anche non in continuità sulle tratte dalla Sardegna verso gli aeroporti nazionali e viceversa". "In principio", si legge in una nota, "stando a specifiche richieste giunte tramite lettera al Mit da parte della Regione, la riapertura sarebbe avvenuta venerdì 12 giugno. La ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, valutato il flusso di passeggeri dal giorno 3 giugno e considerata la presenza di collegamenti marittimi aggiuntivi anche su linee di traffico non soggette a onere di servizio pubblico e che operano a libera prestazione, ha ritenuto in accordo con la Regione di anticipare al 5 giugno la riapertura dei collegamenti marittimi, oltre che quelli aerei, per tutti i passeggeri".
Il nuovo decreto
Il vero motivo si legge tra le righe del decreto: la decisione è stata adottata "anche al fine di assicurare le migliori condizioni di trasporto funzionale ad un corretto distanziamento interpersonale, evitando concentrazioni eccessive di utenza sia nei porti che sulle navi". Quindi: stava arrivando troppa gente per farla assembrare su poche navi e pochi aerei.
- Enrico Fresu
- News