CAGLIARI. Lo studio della Società italiana di cardiologia lo dice chiaramente: "I morti per infarto sono passati dal 4 al 13% in questo periodo di pandemia". Un aumento che preoccupa e spaventa gli esperti. E anche la sedentarietà imposta dal lockdown sembra aver peggiorato, in molti casi, le condizioni dei cardiopatici. Lo conferma Alessio Orrù, cardiologo di Cagliari, che dà una spiegazione all'improvviso boom di casi infarto mortali nel Paese: "Molti reparti cardiologici sono stati usati per malati Covid e anche il servizio del 118, chiaramente, è stato modificato per l'emergenza - dice Orrù - così i pazienti, per timore del contagio, non andavano in ospedale o chiamavano i soccorsi in ritardo". Ritardo che, nel caso di un infarto, può risultare fatale. "La prognosi peggiora nel giro di poco tempo - spiega il cardiologo - e quando si arriva al pronto soccorso si sono moltiplicate nel frattempo le complicanze nella gestione dello scompenso cardiaco".
E sull'ipotesi di una correlazione con il lockdown e la chiusura forzata in casa l'esperto dice: "Di certo la sedentarietà non ha aiutato molte aritmie: in ambulatorio, ad esempio, vedo sempre più spesso ipertensioni mal controllate".