CAGLIARI. Diciassette posti letto da dividere con la Rianimazione, trasformati in Terapia intensiva per pazienti Covid, più altri 20 destinati alla semintensiva. Così, in due fasi, è stato smantellato il reparto di Urologia del Santissima Trinità nel pieno dell'emergenza coronavirus. La trasformazione è stata sancita con una delibera del 28 aprile firmata dal commissario dell'Ats Giorgio Carlo Steri, impegnato a garantire le cure ai pazienti contagiati più gravi. L'impatto del virus non ha riempito, come invece si temeva, le sale dove i pazienti sopravvivono grazie ai respiratori. Ma se il sistema sanitario ha creato il "fortino" Covid nell'ospedale di Is Mirrionis. Tirando la coperta troppo corta è rimasto scoperto un altro servizio, quello destinato alle centinaia di pazienti che facevano affidamento sull'Urologia.
"Perché non bisogna mai dimenticare", spiega Paolo Cugliara, segretario del sindacato Fials che conosce il Santissima Trinità forse meglio delle sue tasche, "che con il virus le altre malattie non sono scomparse. In Urologia venivano trattati anche pazienti oncologici, che ora non sanno a che santo votarsi a causa del blocco delle attività. Apprendiamo che addirittura il reparto viene cancellato e non si sa se e quando si tornerà alla normalità". Alcuni dati, per capire: prima del blocco, stando ai numeri in possesso di Cugliara, "nel reparto si effettuavano 1000 interventi chirurgici all'anno, venivano seguiti 300 pazienta in terapia antiblastica. E adesso ci sono circa 300 cistoscopie in arretrato. Dietro i numeri ci sono persone. E un grande lavoro degli operatori: medici, infermieri e oss. Aspettano risposte. E l'emergenza, che adesso non è più al suo apice", conclude il sindacalista, "non deve far dimenticare nessuno di loro"