CAGLIARI. "Il rischio di falsi negativi? Esiste soprattutto con i test sierologici". È Luigi Atzori, docente di Patologia Clinica all'università di Cagliari, a chiarire differenze e limiti di tamponi e test che individuano il contagio da Covid-19. Da un lato quelli "molecolari", che servono per la diagnosi vera e propria, dall'altro quelli "sierologici", che con un campione ematico riescono a individuare gli anticorpi, quindi se il paziente è stato esposto alla malattia, e potrebbero essere un enorme aiuto su quale sia la diffusione reale del virus nella popolazione.
Ma qual è l'attendibilità dei due test? "La possibilità di errore c'è in entrambi - spiega Atzori - ma, ad esempio, i test sierologici affinché si positivizzino hanno bisogno di alcuni giorni dopo l'esposizione al virus, quando cioè il nostro sistema immunitario comincia a produrre anticorpi". In sostanza, secondo l'esperto, se si effettua il test nella prima settimana dopo aver contratto il virus "è molto probabile che risulti negativo nonostante il paziente sia realmente infetto". E questo può succedere anche con il test molecolare "a seconda di dove viene effettuato potrebbe dare un falso negativo", chiarisce Atzori.
Tutti i dettagli nell'intervista.