SARROCH. In procura a Cagliari c'è un fascicolo aperto sulle attività della Saras. L'inchiesta, voluta dal sostituto procuratore Emilio Lussu, ha l'obiettivo di appurare il presunto sversamento di sostanze inquinanti nello specchio d'acqua davanti la raffineria di Sarroch. A sollecitare l'apertura delle indagini l'associazione "Salva il Mare" - fondata nel 2015 dal pescatore Gesuino Mura - che tra l'aprile e il luglio scorsi ha presentato due denunce in procura, correlate di foto e video a testimonianza delle attività di sversamento in mare ad opera della Sarlux. Toccherà ora alla magistratura valutare l'attendibilità delle prove e ricostruire le dinamiche di quanto accaduto. Nel frattempo, dalla associazione ambientalista il massimo riserbo: "Il nostro scopo - spiega il coordinatore di "Salva il Mare" Ignazio Vargiu, contattato da YouTg.net - è rappresentare in modo oggettivo e genuino quello che succede nel mare di Sarroch. Le immagini parlano da sé, non c'è bisogno di urlare o fare proclami. Non ci resta che aspettare l'esito delle indagini".
Da Sarroch arriva anche la precisazione dell'azienda: "Il video in questione - fa sapere la Saras tramite un comunicato - mostra acqua di mare mista ad alghe (di qui, il colore scuro) che era stato necessario spostare da una parte all’altra dello specchio acqueo antistante il porticciolo delle imbarcazioni di servizio, per evitarne l'accumulo che avrebbe bloccato i mezzi anti-inquinamento". In seguito alle potenti raffiche di scirocco della scorsa primavera - prosegue la nota - le alghe avevano occupato l’area destinata alla movimentazione dei natanti, che per obbligo di legge devono essere sempre pronti all’intervento. Proprio per liberare lo specchio di mare della piccola darsena, era stata utilizzata una tubazione per convogliare le alghe da un lato all’altro della rada. Restiamo a disposizione degli inquirenti per qualsiasi chiarimento".