CAGLIARI. "Ho visto interviste rilasciate da chi dovrebbe governare questa emergenza con indosso mascherine Ffp3. Quelle che a noi vengono negate. Anzi: quando la mattina entro in servizio, devo chiedere la mascherina e mi viene fornita insieme a un sovracamice, una cuffia visitatore e una mascherina chirurgica. Non per tirchiera, ma perché non c'è altro". Una dipendente del Brotzu decide di rompere il silenzio imposto da discutibili regole che mettono il bavaglio ai dipendenti degli ospedali ma li lasciano senza mascherine. E pubblica un selfie col materiale che viene fornito per affrontare l'emergenza coronavirus. Poca roba: sembra di vedere i militari italiani che venivano mandati al fronte in Russia, al gelo, con gli stivali di cartone.
"Ho la fortuna di portare occhiali da vista, perché non esistono per noi le visiere, nonostante tutti i programmi dicano che il virus si veicola anche tramite le goccioline di Flugge", continua l'infermiera, "Leggo titoloni di giornali dove non si capisce come mai il più alto tasso di contagio si riscontri proprio tra il personale sanitario e poi ritrovi i diktat di qualche direzione sanitaria che vieta tassativamente ai dipendenti di diffondere notizie all'esterno. Ma vi rendete conto?".
Poi arriva anche un passaggio sulla retorica degli "eroi": "Non lo siamo. E nemmeno missionari, santi o come altro ci definiscono. Siamo persone a cui la Regione nello specifico deve obbligatoriamente fornire i mezzi per proteggerci nello svolgimento del nostro lavoro, perché se si ferma la sanità, cari miei, siamo fottuti".
Cagliari, la furia dell'infermiera: "Ancora niente protezioni, se si ferma la sanità siamo fott..i"
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