CAGLIARI. Settecentoventi scatoloni. All'interno c'erano 320mila euro di materiali utili per arginare il contagio da coronavirus fra mascherine Ffp 1, 2 e 3, oltre a occhiali protettivi e tute. È il contenuto del container intercettato ieri al porto di Cagliari di Nas del comando di Cagliari, guidati dal maggiore Davide Colajanni. Il porto di destinazione era quello di Genova. Ma l'intervento dei carabinieri ha fatto sì che anche la Sardegna, dove i Dpi scarseggiano anche per gli operatori degli ospedali, potesse beneficiarne.
"Il carico è stato individuato nell'ambito delle attività di controllo che abbiamo avviato su indicazione del ministero della Salute", spiega il comandante Colajanni, "vista la carenza di Dpi nelle strutture pubbliche di tutta Italia". Perché c'è da precisare un elemento essenziale, nella ricostruzione della vicenda: la merce era oggetto di transazione tra privati. Era destinata a una farmacia all'ingrosso della Liguria.
Gli imprenditori coinvolti (l'operazione era legalmente e commercialmente legittima), durante le ricostruzione dei vari passaggi della vendita, hanno assicurato che era loro intenzione fare di tutto per mettere la merce a disposizione del pubblico. Si può dire che l'intervento del Nas abbia agevolato le buone intenzioni: i militari, dalla banchina del porto canale, hanno allertato la Prefettura e il ministero della Salute facendo rapporto sul loro importante ritrovamento.
Di mascherine col filtro c'è più bisogno che del pane, in Sardegna. Così è stata autorizzata la requisizione per pubblica utilità: saranno tutte destinate all'Isola. Solo una parte, e solo in caso di assoluta necessità, verrà spedita in Liguria. E i privati? Saranno soddisfatti ugualmente. Avevano assicurato che tutti i dispositivi non sarebbero stati oggetto di rincari che hanno fatto schizzare i prezzi alle stelle. Grazie all'intervento dei carabinieri del Nucleo antisofisticazioni anche questo problema è stato risolto a monte: lo Stato pagherà il prezzo così come era stato fissato fino al 31 dicembre 2019, prima che scoppiasse l'emergenza (segue dopo la foto).
Intanto è arrivato l'accordo tra le Regioni interessate, Sardegna e Liguria. "Saranno destinati al personale sanitario in servizio negli ospedali sardi i dispositivi di protezione individuale, tra cui mascherine, guanti e camici, già stoccati nel container che in queste ore avrebbe dovuto lasciare l'isola dal porto di Cagliari per raggiungere Genova e rifornire il mercato privato", spiega una nota della Regione Sardegna.
“È materiale necessario per i nostri ospedali - dice il presidente della Regione Christian Solinas -. Non posso permettere che lasci l'isola. In questa fase di emergenza abbiamo il dovere di garantire i dispositivi di protezione ai nostri operatori sanitari che operano quotidianamente in prima linea”.
“Una decisione – precisa l'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – che ha posto giustamente le necessità pubbliche di questa emergenza davanti a tutto. Le istituzioni stanno lavorando in stretto raccordo. L'intervento del Prefetto di Cagliari e dei Nas, con i quali operiamo quotidianamente e su più fronti, è stato tempestivo ed efficiente”.
La Regione ha comunque acconsentito che una parte dei dispositivi possa raggiungere Genova esclusivamente per la fornitura degli ospedali liguri in caso di comprovata difficoltà. La società di spedizioni Grendi ha dato la sua disponibilità a effettuare gratuitamente il trasporto, se se dovesse sorgere il bisogno.
Al termine dell'operazione arriva la raccomandazione anche del comandante del Nas Colajanni: "Abbiamo dato il contributo che ci compete", ha spiegato, "ma alla popolazione continuiamo a dire: restate a casa, uscite solo per comprovate esigenze di necessità. Date anche voi il vostro contributo".