CAGLIARI. Gli scenari sono ancora tutti possibili: sfida a porte aperte, porte chiuse o rinvio. Si attendono le decisioni del governo per stabilire le modalità dell'eventuale svolgimento del primo turno preliminare di Coppa Davis tra Italia e Corea del Sud al Tennis club di Cagliari, in programma il 6 e 7 marzo. L'incognita ha un nome che tutti conoscono: coronavirus. E Palazzo Chigi potrebbe decidere di bloccare tutte le manifestazioni sportive per 30 giorni. O di farle svolgere a porte chiuse, se dovesse essere adottato il meno drastico dei provvedimenti prospettati nelle ultime ore. La tappa cagliaritana della Coppa Davis è prevista tra due delle nazioni maggiormente colpite, e questo fa salire l'attenzione.
Solo due giorni fa Gianni Marilotti, senatore del Movimento 5 stelle si era espresso sul mancato annullamento dell'evento (qui la notizia). "Non ho ricevuto risposte dal ministero" aveva dichiarato il senatore. Oggi a Monte Urpinu ha parlato il capitano dell'ItalDavis, Corrado Barazzutti: "La situazione è seria", ha commentato, "stiamo aspettando risposte dal governo che si sta occupando delle questioni riguardanti la salute. Per ora non sappiamo nulla di certo. Noi pensiamo alla sfida con la Corea".
Più positivo Sergio Palmieri, dirigente della Federazione italiana Tennis, che ha commentato la possibilità di rinvio del match di Coppa Davis, secondo lui la meno probabile tra tutte le possibilità: "Mi sembra difficile, ma stiamo aspettando la decisione del governo. Non sappiamo se la sfida avverrà a porte aperte, chiuse o semi aperte. Noi aspettiamo e andiamo avanti".
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