CAGLIARI. "Il tavolo convocato dall'assessore Murgia rischia di trasformarsi in una farsa". A parlare sono i "Pastori senza bandiera", gli stessi che hanno dato vita, un anno fa, alla protesta del latte. Lo fanno con una lunga nota in cui attaccano i Consorzi di tutela: "Il tavolo - scrivono i pastori - verrà disertato da alcuni degli attori principali della filiera con motivazioni che se non ci fosse da piangere farebbero ridere". Impossibile non menzionare anche l'assessora che ha convocato il vertice: "Viene legittimamente il dubbio che la Murgia non abbia lo spessore tecnico e politico per costringere gli interlocutori dei pastori a prendersi le loro responsabilità.
Secondo i pastori senza bandiera, i tre consorzi che rappresentano le corrispettive Dop dei pecorini sardi diserterebbero il tavolo con la giustificazione di "non poter avere per legge alcuna influenza sul prezzo del latte, ma poter fare solo interventi di tutela e promozione". "Il Consorzio del Pecorino Romano - si legge nella nota - ha inspiegabilmente messo in stand-by l’evoluzione del Piano di Regolazione del Pecorino Romano dopo la mala parata delle ripetute bocciature. Invece che modificarlo sta probabilmente pensando di aspettare il prossimo crollo del prezzo del Pecorino Romano per dare la colpa a chi lo ha bocciato e riproporlo uguale e identico facendolo passare come l’unica soluzione".
I pastori però non ci stanno più "a queste furbate", così le chiamano. E attaccano: "Il presidente Palitta si deve presentare ai tavoli e dire chiaramente che cosa vuol fare. Gli altri Consorzi sono inesistenti e noi stiamo perdendo la possibilità di utilizzare le due altre Dop per alleggerire la pressione sul Pecorino Romano. Forse sarebbe il caso che i 3 consorzi sotto il coordinamento di Oilos si parlassero tra di loro e stendessero programmi di produzione coordinati in maniera tale che uno non danneggi l’altro. La loro ignavia rischia di portare ancora più giù i prezzi già miserabili del latte".
"A noi - denunciano nella nota - viene da pensare che si stia ripetendo per l’ennesima volta il giochino che quando il prezzo del romano si avvicina al prezzo di 7,50 al chilo, gli industriali rilasciano delle dichiarazioni mirate per creare allarmismo e impedire che il prezzo salga ulteriormente". Poi l'appello alla Regione: "Chiediamo per l’ennesima volta al governatore Solinas di fare sentire il peso della politica regionale e che costringa gli interlocutori tutti a sedersi al tavolo per cambiare le regole e modificare una filiera barbara e corrotta che affama i pastori. Ci siederemo a ulteriori tavoli solo se avremo chiaro che la politica regionale ha finalmente deciso di abbandonare le scorciatoie di contributi a pioggia inutili se non dannosi ma ha davvero intrapreso la strada della riforma della filiera. Altrimenti non ci resta che la piazza e la protesta e questa volta visto che non ci fidiamo più non sarà per un mese".