CAGLIARI. La Sardegna è un’Isola povera. Lo dicono i dati che arrivano dall’Inps in occasione della presentazione del rendiconto sociale 2017/208 all’hotel Regina Margherita di Cagliari. Se ci si sofferma sul reddito di cittadinanza, si contano quarantamila nuclei familiari per un importo medio di 489,82 euro (i dati sono aggiornati fino a ottobre 2019). E se si considera la bassa densità di popolazione, l’incidenza non è di poco conto. Già con il reddito di inclusione, che poi è stato sostituito da quello di cittadinanza, si è arrivati al 3 per cento dei residenti che l’hanno percepito (il dato nazionale si ferma al 2,2 per cento). “La popolazione di Cagliari equivale alla popolazione di un quartiere di una grande città”, ha spiegato la direttrice regionale dell’Inps Cristina Deidda, “il dato assoluto e freddo ci vede in linea, rapportato alla realtà territoriale ci vede molto più in alto nell'erogazione di questo tipo di prestazione, sulla base di dati Istat il numero di famiglie sarde considerate povere in termini relativi è pari al 17,3 per cento a fronte di un dato nazionale che si attesta al 12,3 per cento”.
Altra misura che incide sul lavoro dell’Inps è quota 100, ma le aspettative in Sardegna erano ben più alte. Nell’Isola si contano 5mila persone (adesione pari al 60 per cento), e il tasso risulta inferiore rispetto alle previsioni e in linea con quello nazionale. Altri dati che emergono durante la giornata organizzata dal comitato regionale, al quale ha partecipato anche il presidente nazionale Pasquale Tridico, sono quello che riguardano gli assicurati (cinquecentomila) e i pensionati previdenziali: 422mila. Questi ultimi vengono suddivisi per pensioni pubbliche (circa centomila) e private (332mila). L’Inps, che conta 28 strutture in tutta la Sardegna, ha 799 dipendenti e gestisce prestazioni per 4,9 miliardi con un ammontare di entrate di 1,9 miliardi.