CAGLIARI. Impianti fermi da marzo del 2009, con gli operai - circa 450 diretti, ora 355 - che da allora sono entrati in cassa integrazione. Eurallumina, polo industriale di Portovesme, ora c'è la svolta: gli uffici dell'assessorato regionale all'Ambiente hanno concluso l'istruttoria sulla valutazione d'impatto ambientale per il riavvio della produzione. “Oggi possiamo dire concluso positivamente l’iter amministrativo della Valutazione di impatto ambientale (Via), indispensabile per la ripresa produttiva dello stabilimento", ha detto l'assessore all'Ambiente Gianni Lampis.
Un procedimento iniziato nel 2015, avviato dalla Rusal, andato avanti tra alti e bassi, che ha subito un'accelerata negli ultimi tempi. Passaggio necessario, il parere delle autorità sanitarie, arrivato il mese scorso. I lavori dei tecnici sono proseguiti mentre sotto l'assessorato, in via Roma, gli ex lavoratori hanno mantenuto un presidio fisso, per mettere pressione agli enti: a dicembre sarebbero scaduti gli ammortizzatori sociali. Ora la parte pubblica si deve esprimere attraverso una delibera di giunta, che farà da trampolino alla ripresa delle produzioni. Lì sopra deve salire la Rusal, per mettere fine a una storia fin troppo lunga. Sempre che gli impianti siano in gradi di ripartire.
"Gli anni di lotta e perseveranza dei lavoratori dell’Eurallumina hanno finalmente portato al risultato auspicato”, ha detto il segretario regionale Filctem Cgil Francesco Garau aggiungendo che “attendiamo al più presto la chiamata di tutti i 355 lavoratori diretti che via via rientreranno in produzione dopo i lavori di ammodernamento degli impianti già previsti e la ripresa delle attività, comprese quelle dell’indotto, con il reimpiego di altri 250 lavoratori”.“La ripresa della fabbrica metallurgica del Sulcis Iglesiente è un tassello importante del più complesso sistema industriale considerato strategico per l’intero Paese – ha detto il segretario regionale della Cgil Michele Carrus – perciò auspichiamo che insieme all’Eurallumina arrivino anche le soluzioni per il riavvio, non solo della Sider Alloys, ma anche di altre attività produttive di filiera oggi depotenziate a causa dell’assenza del metano".