CAGLIARI. Non unisce i pastori della Sardegna - anzi, fa arrabbiare più di qualcuno - la proposta per una strategia processuale comune dell'avvocato Gianfranco Sollai, che ai 500 denunciati (e la conta non è finita) per le proteste di febbraio aveva suggerito: dite no al gratuito patrocinio, non scegliete riti alternativi e andate fino in fondo al dibattimento e affrontate i tribunali chiedendo che atti e dichiarazioni siano in sardo, con interprete (QUI LA NOTIZIA).
In replica alla proposta del legale arriva un comunicato firmato dai "Pastori senza bandiere", protagonisti delle giornate calde, che si definiscono "indignati". Il processo ordinario con il rifiuto di un eventuale abbreviato, spiegano, "potrebbe danneggiare le esigenze difensive di alcuni". Inoltre "contestiamo anche la scelta di non optare per il gratuito patrocinio per evitare controlli. Siamo persone oneste che non hanno nulla da nascondere", prosegue il comunicato, "perciò se le condizioni del loro reddito lo permetteranno accederanno al gratuito patrocinio: non rinunciano a farci pagare il processo dallo Stato che adesso li tratta come delinquenti".
Un punto di unione tra la proposta di Sollai e la linea dei pastori c'è, comunque: l'uso del sardo davanti ai giudici: "I pastori sardi, che parlano il sardo in ogni posto, parleranno in sardo anche in tribunale", ma "senza chiedere il permesso a nessuno". I pastori dicono di essere contrari a "quanto suggerito pubblicamente dall'avvocato Sollai".
Ma l'avvocato ribatte: "La mia è una proposta volta a rimanere uniti - dice Sollai - ritenuto che le manifestazioni sono state decise e concordate unitariamente sarebbe deleterio dividersi con scelte processuali differenti, anche perché una sentenza di condanna per patteggiamento o a seguito di rito abbreviato costituirebbe un precedente suscettibile di condizionare un successivo giudizio dibattimentale". E sull'uso della lingua sarda al processo chiarisce: "Ribadisco che è una proposta non per far parlare i pastori in sardo, che anzi di lingue tanti ne parlano diverse, ma per continuare una giusta battaglia dentro i tribunali, dove gli avvocati, unitamente ai propri assistiti, svolgono le proprie funzioni: nomina, istanza di redazione atti di indagine , eventuale opposizione a decreto penale di condanna in lingua sarda ed ancora richiesta prove, audizione testi , eccezioni , arringhe, in lingua sarda .Con avvocati che condividano la causa della manifestazione e la sentano propria, senza finalità di lucro e strumentalizzazioni .Bos saludo semper cun amistade".