CAGLIARI. Le cime degli eucalipti si vedevano da Via Cadello. Alberi alti più di dieci metri che si innalzavano oltre le mura del Seminario Arcivescovile. Ora dalla strada non si vede più nulla e se si entra nella struttura di via Monsignor Cogoni si può capire il perché: gli alberi sono stati tutti tagliati e ciò che un tempo si poteva definire un polmone verde in piena area urbana, ora è un cimitero di arbusti. "Un polmone verde che ora non c'è più in un'area dove il traffico veicolare è molto sostenuto" come viene spiegato in una nota del Gruppo d'intervento giuridico onlus, l'associazione ambientalista che ha preso posizione contro la scelta di disboscare l'area e ha inoltrato un'istanza per verificare la legittimità del taglio. Coinvolti nell'istanza: il ministero per i Beni, attività culturali e Turismo, il servizio Tutela paesaggistica e vigilanza della regione, la sopraintendenza di Archeologia, paesaggio e belle arti del comune di Cagliari. "Decine e decine di alberi ad alto fusto", si legge ancora, "tagliati per far posto a campi sportivi, probabilmente più redditizi". E la domanda finale del Gdg è "L'area era protetta con specifico vincolo paesaggistico, il decreto legislativo 42/2004, quindi è stata ottenuta la prescritta autorizzazione?".
Il taglio degli alberi per ripulire l'area intorno ai campi da basket e da calcio del Seminario Arcivescovile era già stato annunciato due anni fa, ma a luglio del 2017 i lavori erano stati bloccati per presunte irregolarità. Nel progetto era pianificata la conversione del locale "ex casa del custode" in spogliatoi e alcune irregolarità nel progetto avevano portato a uno stop del cantiere, con la promessa dell'allora rettore del Seminario, don Michele Fadda, che si trattasse solo di un "intoppo".
I campi da gioco erano inutilizzati e abbandonati da tempo, ma l'apertura del college Sant'Efisio e della scuola "I pini" avevano portato a una impellente richiesta di ristrutturare i campi e costruirne di nuovi. Da qui la scelta di abbattere gli eucalipti nati spontaneamente anche perché, secondo il rettore, erano malati, al contrario dei pini piantati dai seminaristi nel 1956.
Oggi, a distanza di più di due anni, quegli eucalipti giacciono a terra. La promessa del rettore è stata mantenuta. E il Gruppo d'intervento giuridico ribatte: "In ogni caso, un'area verde di grande rilievo non c'è più".