CAGLIARI. Strano ma vero. Le polveri sottili nell’aria di Cagliari sono sparite (o quasi) da un anno all’altro. A dirlo sono le centraline di rilevamento della qualità dell’aria in Sardegna, i cui dati sono racchiusi, come ogni anno, nel rapporto Arpas. L’agenzia regionale per la protezione ambientale effettua i monitoraggi su tutto il territorio, comprese le aree industriali. Ma stavolta a stupire non è tanto “l’aria buona” registrata a Sarroch e Portovesme quanto i dati sulle particelle inquinanti a Cagliari rapportati a quelli dell’anno precedente. Secondo quanto riportato nel rapporto relativo all’anno 2018 infatti il numero di superamenti dei valori limite di Pm10 è più che dimezzato rispetto al 2017. E questo succede in tutte e quattro le stazioni considerate, nell’agglomerato di Cagliari. Se nel 2017 i cosiddetti “superamenti” del limite giornaliero, nella stazione di via Cadello, erano 32, ora sono 14. In quella di Monserrato invece sono passati da 21 a 17. E a Quartu? Solo 8, quasi azzerati in confronto ai 31 dell’anno precedente.
La qualità dell’aria di Cagliari e hinterland, in sostanza, è migliorata. E non di poco. C’è stata “una significativa riduzione della criticità Pm10 – si legge nel resoconto finale – rispetto alle precedenti annualità”. Nessuna violazione normativa e livelli annuali che scendono dai 40 - a Cagliari e Monserrato - del 2014 (quasi al limite di legge), fino ai 14 e 17 del 2018. E nei monitoraggi degli ultimi mesi del 2019 i dati vengono per lo più confermati.
E i dati riportati sono positivi anche per le zone industriali, tenute sotto controllo con maggiore attenzione. A Macchiareddu e Portoscuso le medie annuali sui metalli, dall’arsenico al cadmio, non sembrano destare preoccupazione: “Tutti i valori sono ampiamente entro il valore limite”, si legge nel rapporto. E a Sarroch? “La situazione risulta moderata rispetto al notevole contesto emissivo della zona, stabile sul lungo periodo e entro la norma per tutti gli inquinanti monitorati”. Così come nella zona industriale di Portoscuso, dove tutto – secondo le centraline – è nella norma.
Perfino l’inquinante definito da tutti gli studi internazionali come “il più pericoloso per la salute”, il Pm 2.5, sembra essere quasi inesistente nell’hinterland di Cagliari.
Ma cosa c’è allora dietro questa drastica riduzione? Forse le piogge, più intense e frequenti negli ultimi anni, senza dubbio preziose per l’eliminazione delle polveri sottili. Certo è che i dati su Cagliari, in continuo miglioramento, potrebbero far tirare un sospiro di sollievo a tutti i cittadini.