CAGLIARI. Nel 2018 in Sardegna sono aumentati gli stranieri: sono nati 421 bambini da genitori entrambi non italiani. Mentre è diminuito il numero dei permessi di soggiorno rilasciati. Alcuni settori - agricoltura e pastorizia in testa - rimangono in piedi grazie alla forza lavoro di chi non è nato in Italia. È la fotografia dell'immigrazione nell'Isola scattata dal dossier statistico Idos presentato oggi all’Università di Cagliari.
Alla fine dell'anno scorso gli stranieri residenti in Sardegna sono risultati 55.900, di cui 28.651 (il 51,3 per cento) donne. Un aumento, rispetto al 2017, di 1.676 unità. E se si torna ancora più indietro la curva di crescita si fa più ripida: rispetto al 2011, quando si registravano 31.101 residenti, l’incremento è stato del 79,7 per cento.
Dal 2009 al 2018 sono stati complessivamente 6.122 gli stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana nell’Isola, solo a Cagliari se ne sono contate 2.204. Il capoluogo è seguito da Sassari (1227 dal 2009 al 2018). Alla fine del 2018 secondo i dati del Ministero dell’Interno, i cittadini non comunitari titolari di permesso di soggiorno erano 27.047, il 49,9 per cento dei quali in possesso di un permesso a tempo indeterminato. Nel corso dell’anno sono stati rilasciati 3312 nuovi permessi, il 20,5 per cento in meno rispetto al 2017, gran parte dei quali (il 64,3 per cento) per motivi di asilo e umanitari e solo il 2 per cento per lavoro.
Di tutti gli immigrati residenti in Sardegna, poco meno del 50 per cento arriva da un paese del continente europeo. Tra questi, 14.143 provengono dalla Romania e sono presenti soprattutto nella provincia di Sassari. Tra le comunità dell’Asia i cinesi sono il gruppo nazionale più numeroso con 3437 residenti e circa la metà sono donne (i numeri sono in continuo aumento dal 2004, anno in cui se ne contavano solo 984).
Arrivano dal continente africano 16585 residenti (tra i 4 e i 5mila i marocchini e senegalesi, che precedono i cittadini della Nigeria).
“Alcuni settori lavorativi non esisterebbero se non ci fossero gli stranieri”, ha spiegato Gianni Loy, docente di diritto del Lavoro, “il venditore ambulante comincia a trasformarsi in imprenditore, l’aumento del numero complessivo tuttavia è determinato dalle nuove nascite”. La percezione in Sardegna tuttavia è deformata. “I sardi ritengono che il numero legato alla presenza degli stranieri sia molto più alto rispetto a quello reale”, ha precisato Loy, “Il razzismo c’è e la percezione è che gli immigrati creino problemi, cosa che assolutamente non è vera: contribuiscono a mantenere in piedi settori che sarebbero in crisi”.