CAGLIARI. La Sardegna è a rischio blackout. Un'affermazione che può sembrare allarmistica, ma è la sintesi di quanto scrive Terna, il gestore della rete ad alta tensione, nelle premesse della proposta di realizzare un nuovo cavo - con relativi impianti di connessione - tra l'Isola e la Toscana, passando per la Corsica. Il progetto, che prende il nome di Sacoi 3, è in fase di valutazione di impatto ambientale e dalle le migliaia di pagine depositate si evince anche l'attuale quadro energetico della Sardegna.
La produzione, innanzitutto: l'Isola è ben al di sopra delle sue esigenze. Nel 2017, ultimo dato consolidato, al quale fa riferimento anche Terna, si è registrato un surplus di 3,6 TwH rispetto ai consumi, domestici e industriali. Altissimo il contributo delle rinnovabili, come solare e termodinamico.
Poi i collegamenti. La Sardegna è interconnessa con continente attraverso due collegamenti in corrente continua ed è attraversata da una dorsale che va dalla centrale di Fiume Santo, a Porto Torres, alla zona industriale di Cagliari, stabilimento della Saras. Ma, scrivono gli ingegneri, il sistema insulare risulta molto più sensibile di quello continentale perché esistono rischi per il sistema.
Ha ovviato un po' il cavo Sapei, che ha reso la rete più stabile. Si tratta di un doppio collegamento a corrente continua tra Sardegna e Lazio. Ma, scrivono ancora i tecnici di Terna, "è possibile che si verifichino situazioni in cui l'improvvisa mancanza anche di uno solo dei due cavi generi fenomeni sulla rete della Sardegna anche molto gravosi".
C'è poi la decarbonizzazione, prevista nel 2025: scenario che, scrivono ancora da Terna, “presenta problematiche nella gestione in sicurezza della rete sarda dal momento che un eventuale ripresa industriale, collegato a condizioni meteo severe, può provocare un significativo rischio di energia non fornita”. Blackout. Quindi.
A questo si aggiunge l'età avanzatissima dell'altro cavo esistente, il Sacoi 2, che passa da Santa Teresa e connette l'isola alla penisola. Risale agli ani Sessanta, i guasti sono continui e le garanzie di tenuta sono minime. Da qui la necessità della posa del cavo di nuova generazione, il SaCoi 3: con una stazione a Codrongianus, il passaggio a Santa Teresa e l'arrivo a Salivoli, spiaggia di Piombino, Tempo di realizzazione? Cinque anni, dal via libera ai lavori.