CAGLIARI. Venti arrivi solo oggi tra Sant'Antioco e Teulada, oltre quaranta nelle prime ore di domenica, quasi cento nel fine settimana. È il bilancio sul fronte dell'immigrazione in Sardegna. Tre giorni nei quali sulla rotta diretta Algeria-Sulcis si è intensificata l'attività, come succede ogni volta che le condizioni del mare lo consentono.
Ma se su questa sponda i conti sono presto fatti (con un volume di arrivi che rimane fisso negli ultimi anni) più difficile è valutare l'entità del fenomeno sul versante nordafricano. A lanciare l'allarme su una intensificazione dei tentativi di fuga dal Paese sono i media algerini. Secondo il quotidiano El Watan, che titola "Gli haraga vogliono l'Europa e riprendono il mare", i numeri degli ultimi due mesi sono, testualmente, “da brividi sulla schiena”. Da giovedì a sabato sono 121 gli haraga intercettati entro i confini marittimi nazionali.
La maggior parte di loro era diretta in Spagna, ma sono numerose anche le partenze da Annaba, che hanno come destinazione prioritaria la Sardegna. In un solo mese sono state 560 le partenze, contro le milleduecento totali del 2016. E l'Algeria conta anche i morti: secondo il ministero della Difesa algerino solo nell'ultimo mese sono stati recuperati sette cadaveri di migranti e 14 sono stati salvati da morte certa. Ma qui, in Sardegna, si contano solo gli arrivi. I morti non vengono presi in considerazione.