CAGLIARI. L'assessore: qui non si muove atto che io non voglia, "mandatemi la bozza di tutti i provvedimenti, prima della definitiva predisposizione, per consentirmi di conoscere tutte le questioni e eventualmente procedere con l'annullamento". Gli uffici, dal direttore generale in giù, rispondono: la richiesta dell'assessore viola il principio della separazione dei poteri tra organo politico e organo amministrativo, esplicitamente previsto dalla legge Bassanini. L'assessore replica ancora: vi ho solo chiesto di vedere gli atti che predisponete prima che vengano pubblicati, "non credo abbiate nulla da nascondere". Ma ormai la frittata sembra fatta, tanto che intervengono i sindacati (Cgil, Uil, Sadirs e Uil), con una lettera di fuoco: le richieste dell'assessore sono in contrasto con la legge, devono essere ritirate "altrimenti agiremo in tutte le sedi opportune".
Uno stralcio della lettera inviata dall'assessore agli uffici
L'assessore è Gabriella Murgia e gli uffici in questione sono quelli dell'assessorato all'Agricoltura da lei guidato. Le comunicazioni sono protocollate e descrivono il clima che si respira in quel settore della giunta regionale: da guerra fredda, pronta a surriscaldarsi da un momento all'altro.
Tutto nasce da una comunicazione inviata il 13 settembre dalla Murgia a tutti i vertici amministrativi: chiedeva di essere messa al corrente, prima della definitiva pubblicazione, di tutti gli atti gestiti dal direttore generale e da tutti i capi dei vari servizi. Insomma: non voleva vedersi piombare sul tavolo decisioni assunte da altri senza che venissero concordate con la guida politica, cioè lei.
Uno stralcio della risposta dei vertici degli uffici dell'assessorato
Ma chi ha trascorso più di cinque minuti in un ufficio pubblico strutturato sa che chi lo dirige difende le sue prerogative e le proprie posizioni in tutti i modi. E qui in ballo c'è una prerogativa, appunto, che viene stabilita dalla legge cardine della pubblica amministrazione: politica e amministrazione sono motori distinti che devono collaborare. Tanto che se un atto ingenera sprechi a risponderne davanti alla Corte dei Conti è il dirigente e non l'assessore. Così il 18 settembre il direttore generale Giulio Capobianco e tutti i responsabili dei vari servizi dell'Agricoltura firmano una risposta dalla forma burocratica ma dalla sostanza esplosiva: lamentano, in sintesi, un'invasione di campo che reputano intollerabile.
La Murgia il giorno dopo ribadisce la sua richiesta, sostenendo che la legge sia dalla sua parte e aggiungendo quel passaggio per cui ritiene che gli uffici non debbano avere nulla da nascondere.
Intervengono i sindacati
Lo scambio impiega poco a finire all'attenzione dei sindacati, che "con grande stupore", scrivono, si trovano a intervenire sul principio della separazione dei poteri "che si riteneva ampiamente acquisito". In conclusione, dicono: la Murgia ritiri le richieste. O la guerra fredda si riscalderà.