CAGLIARI. Il consiglio regionale della Sardegna appoggia Matteo Salvini nella sua battaglia per l'indizione del referendum sul maggioritario, diventato il nuovo cavallo di battaglia della Lega. Con l'eventuale riforma del sistema elettorale, se dovesse passare, gli italiani andrebbero al voto sapendo che a governare sarebbe chi prende un voto in più degli avversari. E per proporre il referendum servono le firme di 500.000 elettori oppure, ed è questa la strada scelta dal Carroccio, la proposta di conque consigli regionali. Il primo ad approvare il documento è stato il Veneto, poi sono arrivate la Lombardia e la Sardegna: in via Roma la mozione presentata dalla Lega è passata con 37 favorevoli e 21 contrari. La Lega ha ottenuto l'appoggio dei Riformatori ma anche del Psd'Az, partito del presidente della Regione Christian Solinas. Dall'opposizione, Progressisti e Movimento 5 Stelle, sono arrivate pesanti critiche.
Gianfranco Satta (Progressisti) ha attaccato duramente sul metodo e la sostanza della mozione e si è detto in “imbarazzo” nel constatare che, queste le sue parole, “è stato attribuito carattere d’urgenza al referendum voluto da Salvini piuttosto che ai temi che interessano i sardi”. Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, dopo aver lamentato l’assenza del presidente della Regione al dibattito sul riconoscimento dell’insularità e ad altri appuntamenti importanti per la vita della Sardegna, ha criticato radicalmente la mozione della Lega, presentata dopo il raduno del partito a Pontida.
Tutto il Carroccio in consiglio regionale ha difeso la mozione. E alla fine il presidente Michele Pais, ha parlato di “voto storico per la Sardegna perché, ha aggiunto, saremo protagonisti, unitamente ad altre 4 Regioni, nel presentare lunedì prossimo in Cassazione il testo referendario, per chiedere ai cittadini di esprimersi sulla riforma della legge elettorale”.
Intervento anche del presidente Christian Solinas: “Oggi si è parlato un po’ di tutto. In passato i vostri rappresentanti”, ha accusato guardando all'opposizione, hanno sostenuto provvedimenti che minavano dalle fondamenta il principio di rappresentanza come il referendum di Renzi e votato in Parlamento contro il collegio unico per la Sardegna alle Europee, oggi paventate rischi per la democrazia. È necessario riportare un po’ di ordine. L’iniziativa non è nata nel backstage di Pontida ma da una riunione di tutti i governatori del centrodestra”.